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    Molestie adunata alpini, pm chiede l’archiviazione: “Difficile identificare i colpevoli”

    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 6 Lug. 2022 alle 14:27

    La Procura di Rimini ha chiesto l’archiviazione delle indagini sulle molestie denunciate all’adunata nazionale degli alpini a Rimini. A confermarlo è il procuratore capo Elisabetta Melotti. La denuncia – l’unica formale – era stata presentata da una ragazza riminese di 26 anni, due mesi fa. Durante questo periodo, dal 7 maggio, infatti, non è stato possibile identificare i presunti autori delle molestie. Questo ha fatto sì che la procura chiedesse l’archiviazione. A causa, infatti, della grande quantità di persone presenti e della limitata copertura delle videocamere di sorveglianza, l’identificazione dei colpevoli è risultata essere complicata. In quei giorni – dal 5 all’8 maggio – erano presenti circa 400mila alpini.

    L’avvocata della ragazza non è stupita della richiesta di archiviazione: “Nella denuncia abbiamo dato tutti i dati in nostro possesso ma è ovvio che tra tante persone presenti quel giorno in piazza a Rimini identificare i tre autori è un’impresa alquanto difficile – ha detto la legale – Restiamo convinti che la denuncia era doverosa perché non si è trattato di un semplice apprezzamento, ma la mia cliente è stata strattonata e tirata. Le hanno messo le mani addosso. Come ho già detto è stato doveroso esercitare il diritto, quello di denunciare una condotta molesta. Nulla quindi contro il corpo degli Alpini”.

    La ragazza sui social aveva fatto un appello che è stato poi raccolto dall’associazione “Non una di meno – Rimini”. Le segnalazioni raccolte durante l’adunata degli alpini a Rimini erano state centinaia.

    Il presidente dell’Associazione nazionale alpini, Sebastiano Favero, ha commentato la richiesta di archiviazione e all’Adnkronos ha detto: “Con grande amarezza dico che invece di generalizzare su un’intera associazione che ha dimostrato in tutti questi anni i suoi valori e i suoi ideali bisognerebbe essere più cauti. Invece, purtroppo, si sparano sentenze senza avere alcuna prova e poi non si ha neanche il coraggio di chiedere scusa”.

     

     

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