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    Milano, migrante positivo: tensione nel centro di accoglienza blindato in attesa dei tamponi

    Immagine d'archivio. Credit: ANSA/TINO ROMANO
    Di Selvaggia Lucarelli
    Pubblicato il 11 Ago. 2020 alle 10:50

    Da stanotte il centro accoglienza profughi Il Faro a Milano, gestito da Angel Service in via Quintiliano 46, è circondato da militari e forze dell’ordine: un ragazzo ghanese residente nella struttura è stato trovato positivo al Coronavirus a seguito di un test effettuato sul suo posto di lavoro. I 43 residenti del centro saranno sottoposti tutti a tampone, ma non nella giornata di oggi per indisponibilità di personale medico. I test dovrebbero essere effettuati domani, per cui il centro è presidiato affinché nessuno esca.

    Il ragazzo ghanese lavora allo smaltimento degli abiti usati. Proprio nella fabbrica in cui lavora (ora chiusa), a quanto sembra, a seguito dei tamponi effettuati sul personale, molti dipendenti sarebbero risultati positivi. Nel centro c’è grande apprensione da parte dei ragazzi ospitati (molti dei quali lavorano fuori) e del personale.

    Non sono mancati momenti di tensione perché il ragazzo ghanese, a seguito del test effettuato sul lavoro sabato, è rientrato nel centro in attesa di sapere se fosse positivo. Aveva con sé un documento in cui si spiegava la situazione e lo si invitava a rimanere isolato nella sua stanza fino al risultato del test.

    Secondo la testimonianza di alcuni ragazzi, nel centro non è stata comunicata a nessuno degli ospiti la situazione. Nella giornata di domenica un ospite ha dichiarato che sarebbe uscito per andare a messa ma gli è stato impedito dal personale. A quel punto è iniziato qualche sospetto.

    Lunedì è arrivato il risultato del test (positivo) e il ghanese ha manifestato l’intenzione di uscire. Ne è nato un alterco col personale, per cui tutti gli ospiti hanno appreso la situazione. I responsabili della struttura a quel punto hanno chiamato le forze dell’ordine e al momento la struttura è presidiata, in attesa che tutti facciano il test. Sperando che, in una città come Milano, non si debba davvero attendere più di 24 ore per effettuare un tampone a 43 persone.

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