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    Incidenti stradali, dopo la diminuzione post pandemia i numeri tornano a crescere

    Di Maria Elena Marsico
    Pubblicato il 24 Nov. 2021 alle 08:12

    A pochi giorni dalla giornata mondiale in memoria delle vittime della strada celebrata il 21 novembre, il bilancio dell’incidente stradale in Bulgaria – di 46 vittime – ricorda quanto ancora poche sicure siano le strade dell’est Europa rispetto agli altri Paesi comunitari. Nel 2020, secondo i dati pubblicati dalla Commissione Europea, la nazione che ha registrato un numero più alto di decessi, all’interno dell’Unione Europea, è stata la Romania, 85 per milione di abitanti, quando la media dell’Ue si attesta sui 42 morti. La Bulgaria si è posizionata al secondo posto per tasso più alto, con 67 vittime ogni milione di abitanti.

    Mentre la Polonia è al terzo posto con 65/milione. Le strade più sicure sembrano essere quelle della Svezia: 18/milione. In seguito alla pandemia, però, i decessi stradali sono diminuiti di circa 4mila unità. Con questi numeri, (18800 vittime), certo, le strade dell’Ue sono tra le più sicure al mondo, ma l’obiettivo stabilito dal quadro strategico Ue in materia di sicurezza stradale è ancora lontano: le morti dovrebbero, infatti, ridursi a 0. Ma nei primi mesi del 2021, la mortalità per incidenti stradali, in Italia, è aumentata “in maniera significativa” secondo le stime di Aci e Istat. Rispetto all’anno precedente i decessi sono aumentati del 22,3%. Il tasso nel 2020 era di 40 morti per milione di abitanti. Dal primo gennaio 2021 al 30 giugno gli incidenti sono stati 65.116, le vittime 1239 e i feriti 85647.

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