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    Garlasco, l’intercettazione del padre di Andrea Sempio: “Quei signori lì vanno pagati”

    Secondo chi indaga ora quella trascrizione fu omessa all'epoca dei fatti

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 26 Set. 2025 alle 12:59

    Tra le intercettazioni non trascritte nel 2017 e che dimostrerebbero la corruzione dell’allora procuratore di Pavia Mario Venditti ce ne sarebbe una in cui il padre di Andrea Sempio afferma di “pagare quei signori lì” con modalità non rintracciabili. “In relazione a tale elemento – si legge nel decreto – appare necessario comprendere perché fu omessa la trascrizione di quelle frasi – di forte valenza indiziaria – e soprattutto perché fu omessa ogni verifica bancaria allo scopo di (cercare di) ricostruire chi fossero i beneficiari effettivi di quei pagamenti e la loro causale”. Accertamenti bancari che ora sono stati fatti e che hanno portato Mario Venditti a essere iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

    L’ipotesi degli inquirenti, infatti, è che il magistrato sia stato corrotto per scagionare Andrea Sempio nel 2017 quando l’amico di Marco Poggi, fratello della vittima, fu indagato e poi assolto per l’omicidio di Chiara. Secondo quanto rivelato da La Repubblica, durante una perquisizione dei carabinieri della sezione Omicidi del Nucleo investigativo di Milano avvenuta lo scorso 14 maggio in via Canova a Garlasco, dove vivono i genitori di Andrea Sempio, sarebbe stato trovato un appunto con su scritto: “Venditti / gip archivia X 20-30 euro”. La data, “febbraio 20216”, sarebbe erroneamente anticipata di un anno. La grafia, secondo gli inquirenti, apparterrebbe a Giuseppe Sempio, papà di Andrea.

    L’indagine, trasmessa dalla Procura di Pavia ai colleghi di Brescia per competenza, avrebbe anche individuato un movimento di denaro, di circa 40mila e risalente ai primi giorni del 2017, verso il conto di Giuseppe Sempio: soldi provenienti da familiari stretti. Ma, come sottolinea La Repubblica, “l’unico movimento in uscita riferibile a quell’indagine, secondo gli investigatori, è un pagamento di oltre 6mila euro a beneficio dell’ex generale del Ris Luciano Garofano”, attuale consulente della difesa di Andrea Sempio. Garofano, però, secondo gli investigatori non produsse alcuna memoria né ricevette, a quanto risulta, alcun incarico dai difensori di Sempio. Rimarrebbero, dunque, circa 33mila euro dei quali si sarebbero perse le tracce. Cifra che sarebbe compatibile con il foglietto ritrovato a casa di Giuseppe Sempio.

    Secondo la procura di Brescia, le “indagini condotte nel 2017 a carico di Andrea Sempio sono state caratterizzate da una serie di anomalie, tra cui l’omissione, da parte della pg incaricata delle indagini della trasmissione di alcuni passaggi rilevanti delle intercettazioni ambientali”. Sarebbero emersi “alcuni contatti opachi” con personale della sezione di pg, “e la breve durata dell’interrogatorio di Andrea Sempio” lascia trasparire “la verosimile conoscenza anticipata da parte dei membri della famiglia Sempio dei temi su cui sarebbero stati sentiti dai pubblici ministeri”.

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