Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    “Non chiamateci eroi, stipendiateci il giusto”: il 9 giugno il flash mob degli infermieri all’ospedale Niguarda di Milano

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 6 Giu. 2020 alle 16:31 Aggiornato il 6 Giu. 2020 alle 17:06

    “Rinascimento della professione infermieristica”. Questo lo slogan con il quale gli infermieri e i professionisti sanitari del Sindacato degli infermieri italiani Nursing Up chiamano a raccolta i colleghi e i cittadini milanesi, tutti per un flash mob che si terrà martedì 9 giugno a Milano, alle ore 10, all’ingresso dell’ospedale Niguarda. Una protesta quella degli infermieri che ha come obiettivo il riscatto della loro professione, che resta la cenerentola del sistema sanitario, nonostante tutti i riconoscimenti teorici e a volte retorici attribuiti durante la pandemia.

    Il flash mob di Milano giunge alla fine di una serie di manifestazioni che si sono tenute in molte regioni italiane. Tutte con l’obiettivo di difendere la dignità del lavoro, la salute dei cittadini e quanto sacrificio e professionalità stanno alla base del lavoro svolto in questi mesi di emergenza Covid-19. “Uno sforzo tremendo, che ha messo in luce qual è il vero ruolo delle professioni infermieristiche e sanitarie all’interno del sistema sanitario nazionale”, ha spiegato Angelo Macchia, responsabile Nursing Up Lombardia. “Ci fa sinceramente piacere essere chiamati eroi, ricevere applausi o avere riconoscimenti ufficiali perfino dal presidente della Repubblica. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo fatto per curare l’Italia, ma quello che chiediamo ora al Governo sono meno chiacchiere e più sostanza, per la salute di tutti nei mesi e negli anni a venire. Al presidente del Consiglio Conte e al ministro Speranza – conclude il sindacalista – chiediamo il rinnovo del contratto nazionale, scaduto da oltre un anno, più risorse per la Sanità per permettere le assunzioni necessarie a compensare i tagli degli anni passati, una contrattazione separata, l’adeguamento degli stipendi ai livelli europei”. Durante la manifestazione Nursing Up assicurerà il rispetto delle norme di sicurezza e di distanziamento e donerà ai partecipanti delle mascherine, con stampato il logo del sindacato.

    Queste le principali richieste degli infermieri del sindacato: un’area contrattuale infermieristica che riconosca peculiarità, competenza e indispensabilità ormai evidenti di una categoria che rappresenta oltre il 41% delle forze del Servizio sanitario nazionale e oltre il 61% degli organici delle professioni sanitarie; risorse economiche sufficienti per garantire una indennità infermieristica che, al pari di quella già riconosciuta per altre professioni sanitarie della dirigenza, sia parte del trattamento economico fondamentale; risorse economiche per il contratto della sanità finalizzate e sufficienti per conferire un’indennità specifica e dignitosa per tutti i professionisti che assistono pazienti con un rischio infettivo; riconoscimento della malattia professionale e correlato meccanismo di indennizzo in caso di infezione con o senza esiti temporanei o permanenti. Nurcing Up chiede inoltre un “immediato adeguamento delle dotazioni organiche del personale e l’aggiornamento altrettanto immediato della programmazione degli accessi universitari, perché gli infermieri attuali non bastano, ne mancano 53mila ma gli Atenei puntano ogni anno al ribasso.

    Viene posto l’accento anche sul fatto che debba essere previsto un “aggiornamento della normativa sull’accesso alla direzione delle aziende di servizi alla persona, dove l’emergenza ha dimostrato che non è possibile prescindere da una competenza sanitaria di tipo assistenziale a garanzia degli ospiti”. Le altre richieste, infine, riguardano il superamento, per gli infermieri pubblici e per gli altri professionisti non medici, del vincolo di esclusività, concretizzando un’intramoenia che consenta di prestare attività professionale a favore di strutture sociosanitarie (come RSA e case di riposo); direttive e risorse finalizzate a sostenere l’aggiornamento professionale dei professionisti del comparto, riduzione del debito orario settimanale degli stessi (orario di servizio) pari ad almeno 4 ore settimanali, da utilizzare per le attività di aggiornamento, come già avviene per i medici; direttive e nuove risorse finalizzate all’immediato e stabile riconoscimento degli infermieri specialisti e gli esperti in applicazione della Legge 43/06, e per la valorizzazione economico giuridica della funzione di coordinamento, valorizzazione delle competenze cliniche e gestionali degli interessati.

    Leggi anche: 1. Codogno, primo caso di sospetto Covid (poi negativo) nel pronto soccorso riaperto dopo 100 giorni / 2. Chi decide sulle zone rosse? La legge dice che su Alzano e Nembro hanno torto sia Conte sia Fontana / 3. Fontana: “Io più prudente di Zaia sul Coronavirus”
    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version