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    “Fiale da 5 dosi ma noi riusciamo a ricavarne 7”: parlano i farmacisti anti-spreco del vaccino

    Credit: EPA/Lukasz Gagulski
    Di Giulio Alibrandi
    Pubblicato il 16 Apr. 2021 alle 18:25 Aggiornato il 16 Apr. 2021 alle 18:30

    “Fiale da 5 dosi ma noi riusciamo a ricavarne 7”: parlano i farmacisti anti-spreco del vaccino

    A più di tre mesi dal suo inizio, la campagna vaccinale continua a essere limitata dalla disponibilità di dosi. In attesa dell’arrivo dei vaccini necessari per arrivare a proteggere entro fine mese le persone di età superiore a 80 anni, un contributo fondamentale al progresso della vaccinazione finora lo hanno dato i farmacisti, che da inizio anno riescono a ottenere fino al 40 percento delle dosi in più dalle fiale della casa farmaceutica statunitense Pfizer e il 20 percento da quelle dell’anglo-svedese AstraZeneca.

    Lavorando con estrema precisione e siringhe appositamente dedicate, riescono a ottenere 7 dosi dalle 5 previste per le fiale di Pfizer e 12 dalle 10 per AstraZeneca, una in più rispetto a quanto raccomanda la stessa Agenzia italiana del Farmaco (Aifa).

    “Non possiamo permetterci sprechi”, ha detto a La Repubblica, Roberta Di Turi, direttore Uoc Farmacia Ospedaliera della Asl Roma 3, parlando del lavoro del suo team di 9 persone dell’Ospedale Grassi di Ostia.

    “È un lavoro estremamente logorante, che implica una concentrazione fuori dal comune” ha aggiunto, evidenziando la grande capacità tecnica dei farmacisti che si occupano di estrarre interamente il contenuto delle fiale. “Una cosa da farmacisti”, che richiede forte concentrazione e assenza di distrazioni, oltre a un grande sforzo organizzativo.

    L’importanza di una dose in più

    A dicembre, quando gli ospedali statunitensi hanno iniziato a ricevere le prime spedizioni dei vaccini, i farmacisti hanno scoperto di poter ottenere una o anche due dosi aggiuntive di vaccino dalle fiale che avrebbero dovuto contenerne solo cinque. Nelle settimane successive, le autorità sanitarie hanno autorizzato e poi promosso l’utilizzo delle dosi aggiuntive, portando a un aumento delle forniture già durante le fasi iniziali della campagna vaccinale.

    Per estrarre tutte le dosi potenzialmente contenute nelle fiale, vengono usate speciali siringhe che riducono lo “spazio morto” tra la fine del pistone della siringa e l’inizio dell’ago e conseguentemente, “la quantità di liquido che resta nella siringa e nell’ago al termine dell’iniezione”, secondo quanto afferma l’Aifa. Secondo l’ente italiano, “il volume morto dell’insieme di siringa e ago a basso volume morto non deve superare 35 microlitri (0,035 ml)”. Queste siringhe, tra cui rientrano anche quelle dette “luer lock”, usano un sistema particolare di avvitamento per evitare perdite e sono più care delle siringhe normali.

    Costo per dose, non per fiala

    A gennaio Pfizer ha deciso di considerare anche le dosi aggiuntive per il raggiungimento degli obiettivi concordati con i governi, riducendo il numero di fiale da consegnare. Successivamente la Svezia ha sospeso i pagamenti a Pfizer per i vaccini, dopo che la casa farmaceutica aveva richiesto il pagamento della sesta dose.

    Sia negli Stati Uniti che in Europa, l’azienda ha infatti specificato che il costo dei vaccini è da intendersi per dose e non per fiala, una presa di posizione che aveva portato il governo Conte a prendere in considerazione azioni legali contro la casa farmaceutica.

    In Italia finora il 16,58 percento della popolazione ha ricevuto almeno una dose di vaccino, rispetto al 18,37 della Germania, il 47,79 del Regno Unito e il 37,62 degli Stati Uniti. Dall’inizio della pandemia, in Italia sono stati rilevati 3,83 milioni di casi di nuovo coronavirus, a fronte di 116mila decessi.

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