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    Famiglia bosco, i tre bambini “non hanno mai fatto una visita da pediatra”

    Nathan Trevallion e Catherine Birmingham. Credit: Screenshot da "La Vita in Diretta", in onda su Rai 1

    Le motivazioni dei giudici che hanno rigettato il ricorso dei genitori

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 22 Dic. 2025 alle 16:24

    Sono emerse le motivazioni attraverso le quali i giudici della Corte d’Appello dell’Aquila hanno rigettato il ricorso di Nathan Trevallion e Catherine Birmingham contro la sospensione della responsabilità genitoriale. La decisione, seppur temporanea per ammissione degli stessi giudici, ripercorre la vita dei tre figli della coppia e sottolinea quanto non fosse tutta rosa e fiori la vita dei bambini. Nel documento, infatti, si evince che “i minori, inizialmente privi di un medico di base, hanno effettuato la prima visita pediatrica il 24/7/2025”, ovvero all’età di 8 e 6 anni. La salute dei bambini era un elemento sottovalutato dai genitori dal momento che la “minore al momento dell’inserimento in casa famiglia era affetta da bronchite acuta con broncospasmo non segnalata e non curata dai genitori”.

    Tuttavia se in un primo momento i genitori oltre ad aver sottratto i figli al completamento del ciclo vaccinale così come gli “esami ematochimici e alla visita neuropsichiatrica prescritti dalla pediatra”, in un secondo momento hanno cambiato atteggiamento acconsentendo ai controlli. Nei prossimi giorni, comunque, i bambini verranno nuovamente ascoltati senza la presenza dei genitori. Nel documento, infatti, i giudici concludono: “Costituisce principio consolidato nella giurisprudenza Cedu quello secondo cui sottrarre i minori alle cure dei genitori è un’ingerenza nella vita familiare che esige una giustificazione legata alla necessità di attuare il migliore interesse del minore; l’ingerenza va considerata una misura temporanea da sospendere appena le circostanze lo permettano”.

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