Emanuele Ragnedda, l’imprenditore che ha confessato il femminicidio di Cinzia Pinna, è andato a una festa dopo aver commesso il delitto: è quanto rivela il Corriere della Sera secondo cui il 41enne si è presentato ad Arzachena per il party dei 60 anni di sua madre. “Allegro, tranquillo, sorridente” così lo decrive il quotidiano, l’imprenditore è arrivato al ristorante Vecchio Mulino in elicottero. Poi ha salutato tutti ed è ripartito. Nulla di strano se non fosse che, poche ore prima, l’uomo aveva ucciso una ragazza di 33 anni. A confessarlo è stato lui stesso dopo quattro ore di interrogatorio. Una confessione segnata ancora da tanti “non ricordo” e diverse ombre.
Ragnedda, in stato di fermo accusato di omicidio e occultamento di cadavere, prima dell’arresto, secondo quanto rivelato da La Nuova Sardegna, avrebbe tentato la fuga a bordo di un piccolo gommone dal porto di Cannigione. Ragnedda, che era armato, si era poi successivamente rifugiato a casa dei genitori. Ancora non è chiaro ciò che è accaduto la sera in cui Cinzia Pinna è scomparsa. Gli inquirenti sono risaliti all’uomo grazie alle telecamere di videosorveglianza in cui si vede la donna salire sull’automobile di un uomo: secondo gli investigatori quella vettura apparteneva proprio a Emanuele Ragnedda.
Originario di Arzachena, fa parte della famiglia che ha fondato la nota cantina Capichera, marchio sardo che ha reso noto il Vermentino di Gallura a livello internazionale. Figlio di Mario, tra i fondatori della prestigiosa etichetta ceduta di recente, e nipote di Francesco, Emanuele Ragnedda dopo aver mosso i primi passi nell’azienda di famiglia, ha poi intrapreso una strada autonoma. Ha fondato, infatti, ConcaEntosa, azienda agricola situata tra Arzachena e Palau. Il suo vino “Disco Volante” è diventato famoso per essere “il bianco più caro d’Italia”: prodotto in circa mille bottiglie, il suo costo varia dai 1.300 a 1.800 a bottiglia.