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    Caso Cucchi: due carabinieri imputati nel processo sul depistaggio chiedono di costituirsi parte civile contro colleghi

    La richiesta arriva da Colombo Labriola e Francesco Di Sano, che sostengono di aver solo eseguito gli ordini dei propri superiori

    Di Anna Ditta
    Pubblicato il 16 Dic. 2019 alle 11:30

    Caso Cucchi: due carabinieri imputati nel processo sul depistaggio chiedono di costituirsi parte civile contro colleghi

    Due degli otto carabinieri imputati al processo sui depistaggi per la morte di Stefani Cucchi hanno annunciato l’intenzione di costituirsi parte civile nei confronti di altri due loro colleghi co-imputati per il reato di falso ideologico.

    Colombo Labriola e Francesco Di Sano vogliono infatti costituirsi parte civile nei confronti di Francesco Cavallo e Luciano Soligo, entrambi tenente colonnello e loro superiori in grado, e dai quali – secondo i legali – avrebbero ricevuto disposizioni di modifica di alcuni atti.

    “L’ordine fu dato da chi, insistendo sulla modifica, sapeva qualcosa di più costringendo gli altri ad eseguirla”, ha detto in aula uno dei loro legali. “Loro hanno subito un danno di immagine, come è successo per gli agenti della polizia penitenziaria”.

    Il processo sui depistaggi nel caso Cucchi riguarda otto carabinieri, accusati a vario titolo di aver depistato o dichiarato il falso sulla morte del 31enne romano, avvenuta nel reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, una settimana dopo il suo arresto per detenzione di sostanze stupefacenti.

    Il processo si sta svolgendo presso la settima sezione penale del Tribunale di Roma. Gli otto carabinieri imputati sono Alessandro Casarsa, Francesco Cavallo, Luciano Soligo, Massimiliano Colombo Labriola e Francesco Di Sano (accusati di falso ideologico), Lorenzo Sabatino e Tiziano Testarmata (omessa denuncia e favoreggiamento) e Luca De Cianni (falso ideologico e calunnia). Qui chi sono i carabinieri imputati e i fatti per cui sono finiti a processo.

    Tra le parti civili compaiono il Ministero della Difesa, l’Arma dei carabinieri e il militare dell’Arma Riccardo Casamassima, carabiniere che con le sue dichiarazioni ha contribuito a far aprire il processo bis sulla morte di Cucchi.

    Oltre alla presidenza del Consiglio, al ministero della Difesa e dell’Interno e all’Arma dei carabinieri anche il dicastero della Giustizia ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo a carico degli otto carabinieri accusati di aver “depistato” l’inchiesta sul pestaggio in caserma subito da Stefano Cucchi la notte del suo arresto.

    Dopo l’astensione del giudice Federico Bona Galvagno, annunciata a novembre, il processo sarà celebrato dal giudice Giulia Cavallaro.

    Sempre a novembre, è arrivata la condanna in primo grado nel processo bis sulla morte di Stefano Cucchi. I carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro sono stati condannati a 12 anni di carcere per omicidio preterintenzionale.

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