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    Flatulenze al Tg1, la giornalista Mondini: “In ufficio non si respirava, i capi dissero ‘calci in c**o per chi non resta”

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 18 Mag. 2022 alle 12:57

    Flatulenze al Tg1, la giornalista Mondini: “In ufficio non si respirava”

    “In ufficio non si respirava, ma i capi ci obbligavano a stare lì”: è quanto denunciato dalla giornalista del Tg1 Dania Mondini costretta a condividere per punizione la stanza con una collega che aveva problemi di flatulenza ed eruttazioni.

    Il caso, emerso di recente, ora si arricchisce di nuovi particolari. Secondo quanto rivelato dalla reporter, infatti, la Mondini non è stata la sola a ricevere lo stesso trattamento: anche i suoi colleghi Giuseppe Malara e Marco Valerio Loprete erano stati costretti a condividere la stanza con il redattore che aveva problemi di igiene personale.

    “Lo Prete ha manifestato il suo disappunto al vice direttore Francesco Primotzich che gli ha suggerito di dire al redattore di lavarsi” ha dichiarato Dania Mondini nella denuncia presentata in un tribunale di Roma il 23 novembre 2018.

    La vicenda diventa un caso all’interno del Tg1 tanto che viene indetta una riunione di redazione, il cui risultato, secondo quanto riferito dalla Mondini, è il seguente: “La direzione pretende che i redattori ordinari restino in stanza con quella persona che non si lava ed emette maleodoranti rumori corporei, dimenticando anche gli episodi di alcuni anni addietro quando lo stesso aveva costruito un dossier di cento pagine sulle abitudini dei colleghi”.

    Non solo, la giornalista riferisce che Marco Betello, uno dei suoi superiori, avrebbe affermato che “Chi non sta nella stanza con il collega non lavora più”.

    Quattro giorni prima, invece, Gaudenzi, un altro dei superiori della Mondini, avrebbe dichiarato che i “redattori che non stanno nella stanza con lui, come ha deciso il direttore, devono essere presi a calci in culo”.

    La situazione peggiora fino a quando, il 4 luglio, “un’assistente di programma si avvicina al giornalista e quest’ultimo si lascia andare a rumorosi, ripetuti e maleodoranti emissioni corporee”.

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