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    Sardegna, festa al ristorante nell’ultimo sabato di zona bianca: 81enne muore col Covid, 43 contagiati

    L'isola, unica regione finora ad aver sperimentato la zona bianca, è tornata in fascia rossa in poche settimane

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 12 Apr. 2021 alle 08:16 Aggiornato il 12 Apr. 2021 alle 12:33

    Una festa di compleanno nell’ultimo sabato di zona bianca in Sardegna, una cena al ristorante tra amici e parenti che si è trasformata in un focolaio di Coronavirus, il contagio di un 81enne e di una quarantina di altre persone e il decesso per Covid dell’anziano e noto imprenditore. È uno dei casi esemplificativi del passaggio dell’isola dalla fascia bianca alla zona rossa in poche settimane e del rischio di abbassare la guardia in pandemia, soprattutto da parte delle autorità.

    Unica regione finora ad aver sperimentato il livello minimo di restrizioni anti-Covid grazie un’ordinanza del ministro della Salute Roberto Speranza firmata in data 28 febbraio, la Sardegna è tornata in zona rossa già il 9 aprile. In questo periodo, pur passando per la fascia arancione, l’isola ha registrato un rapido aumento dei contagi, cresciuti da un minimo di quasi 40 al giorno all’inizio della zona bianca ai 444 del 31 marzo e arrivando a una media di 983 positivi ogni 100 mila abitanti, quasi quattro volte la soglia stabilita per la zona rossa.

    Favoriti dall’allentamento delle restrizioni, nella regione i contagi si sono mantenuti tra i 200 e i 300 al giorno nelle ultime settimane mentre ben 16 comuni sono finiti in zona rossa. Tra i casi più rappresentativi del precipitare della situazione in Sardegna, troviamo quello dell’imprenditore Carlo Monni, fondatore di una nota azienda di impiantistica e domotica, venuto a mancare il 6 aprile.

    Grazie alle riaperture previste dalla zona bianca, il 20 marzo l’anziano aveva potuto festeggiare il proprio compleanno con una cena in un ristorante di Capoterra, a una quindicina di chilometri da Cagliari. Convinto dal clima di ottimismo dovuto al calo dei contagi delle precedenti settimane e dall’allentamento delle restrizioni, come riporta il Corriere della Sera, pur con qualche perplessità Monni aveva partecipato alla festa, forse rassicurato dall’aver appena ricevuto la prima dose del vaccino.

    L’affollamento delle persone presenti quella sera al ristorante è però risultato fatale al noto imprenditore. In molti infatti avevano deciso di approfittare dell’ultimo sabato in zona bianca prima del passaggio in fascia arancione per passare una serata in compagnia prima del ritorno delle restrizioni.

    La fama di Monni, ex dirigente di Confindustria sarda e un passato nel Partito Sardo d’Azione, di cui era stato consigliere nazionale e membro del direttivo, aveva inoltre portato molti degli avventori del locale ad avvicinarsi al tavolo dei festeggiamenti per porgere i propri auguri al fondatore della Cosacet ed ex vicepresidente del Credito Industriale Sardo.

    Pochi giorni dopo, l’imprenditore aveva manifestato tosse, febbre e difficoltà respiratorie, seguite da un immediato ricovero in ospedale, complicazioni polmonari e da un decorso sempre più grave, che lo avevano portato in rianimazione, dove non è stato però possibile salvargli la vita. La serata è costata inoltre altri 43 contagi accertati e l’isolamento domiciliare di almeno un centinaio di persone, venute successivamente in contatto con i presenti quella sera al ristorante. Un caso esemplificativo della capacità del nuovo Coronavirus di diffondersi rapidamente e con effetti devastanti non appena cala l’attenzione.

    Il precipitare della Sardegna in poco più di un mese dalla zona bianca alla fascia rossa ha inevitabilmente provocato uno strascico di polemiche, anche a livello politico. “La giunta ha disperso energie sul tardivo screening di massa invece che concentrarsi sui vaccini e sui numeri della pandemia”, hanno denunciato in una nota congiunta i consiglieri regionali del Movimento Cinque Stelle (M5S), Michele Ciusa, Desirè Manca, Roberto Li Gioi e Alessandro Solinas. “Lanciare una campagna di screening dal titolo accattivante, come ‘Sardi e sicuri’, e scegliere allo stesso tempo di non intervenire per potenziare la macchina dei vaccini dimostratasi sin da subito lenta, sguarnita e inadeguata: i segnali del repentino fallimento nella gestione dell’emergenza portata avanti da questo governo sardo-leghista c’erano già tutti”.

    L’opposizione dei pentastellati ha denunciato “l’avvio di una campagna di screening estremamente tardiva, l’alto numero di vaccinati senza averne diritto, l’insufficienza di organico negli hub (vaccinali), e l’assurdità del procedere per slogan senza guardare all’unico dato ancorato alla realtà: i numeri della pandemia”. Secondo i dati diffusi dal Governo, ad oggi – lunedì 12 aprile – sono meno di 110 mila gli over 80 a cui sia stata somministrata almeno la prima dose del vaccino in Sardegna, a fronte di oltre 322 mila somministrazioni complessive, pari all’80 per cento delle dosi consegnate alla regione.

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