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    Covid, 11enne morta a Palermo. La madre: “Non siamo no vax. Non abbiamo fatto in tempo a vaccinarci”

    Immagine di archivio. Credit: Ansa

    La bambina soffriva di una grave malattia. Sarebbe stata contagiata dalla sorella tornata da un viaggio di istruzione in Spagna. Nessuno della famiglia era vaccinato: "È vero, abbiamo aspettato. Prima per le notizie contraddittorie sui rischi del vaccino, poi perché Ariele era stata male"

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 28 Lug. 2021 alle 10:40

    Sarebbe stata infettata dalla sorella, al rientro da un viaggio di istruzione in Spagna, la bambina di 11 anni morta nell’ospedale Di Cristina di Palermo per i postumi di un’infezione da variante Delta da Covid. Ariele soffriva di una malattia metabolica rara e, secondo i medici, la variante Delta Covid, che è fortemente contagiosa, sarebbe stata determinante nell’aggravare il quadro clinico della piccola che era già molto delicato.

    La famiglia della bambina non era vaccinata ed era risultata positiva. Il particolare era stato rivelato dopo il ricovero dal presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, che aveva parlato di “no vax”, anche per ribadire l’importanza della somministrazione del vaccino per attenuare gli effetti del virus soprattutto nei pazienti fragili.

    Dovete dire alla gente di andarsi a vaccinare e salvare i bambini fragili che non possono farlo”, è l’appello disperato di Rosalinda, la madre di Ariele. La famiglia della bambina racconta di non avere fatto in tempo a vaccinarsi. “È vero, abbiamo aspettato. Prima per le notizie contraddittorie sui rischi del vaccino, poi perché Ariele era stata male. Ma ci stavamo organizzando per farlo. Non siamo no-vax come ci ha definiti il presidente della Regione Nello Musumeci”, spiega Rosalinda.

    La prima a contagiarsi in famiglia è stata la sorella 16enne che dal 30 giugno al 7 luglio aveva partecipato ad una crociera nel Mediterraneo, organizzata dall’istituto alberghiero di Cefalù. “All’inizio non volevamo perché non aveva ancora fatto la prima dose – racconta la mamma a Repubblica – ma ci siamo lasciati convincere dal fatto che il governo italiano aveva riaperto tutto e autorizzato i viaggi. Ancora poco o nulla si sapeva della variante Delta. I ragazzi non sono mai scesi dalla nave e ci avevano assicurato la massima attenzione alla sicurezza”.

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