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    “Morti per Covid in Italia sovrastimati del 10%”: l’indagine dell’Istat

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 15 Apr. 2022 alle 13:05

    Secondo un’indagine dell’Istat in Italia la mortalità per Covid è stata sovrastimata, perché, tra i certificati medici analizzati fino a febbraio 2022, in uno su dieci il virus non è la causa direttamente responsabile del decesso, dovuto “ad altre cause, tra le quali le più rappresentate sono le malattie del sistema circolatorio e i tumori”, ha spiegato al Corriere della Sera Graziano Onder, geriatra dell’Istituto Superiore di Sanità. Secondo il medico è possibile che nel confronto con l’Europa l’Italia abbia una sovrastima di circa il 10 per cento di morti Covid.

    Delle 161.336 vittime registrate in Italia dall’inizio della pandemia, 16mila sarebbero state causate non solo dal Sars-Cov2. Motivo per cui secondo l’Oms l’unico metodo attendibile per calcolare la mortalità “per” Covid è l’eccesso rispetto ai 4-5 anni precedenti. Stando a questo calcolo, confrontando cioè l’eccesso di mortalità del 2020 e del 2021 rispetto agli anni precedenti, l’Italia avrebbe più vittime dei Paesi nordici – dove il sistema sanitario ha retto meglio e l’età media della popolazione è più bassa -, sarebbe in linea con la Francia e avrebbe meno decessi della Polonia o del Belgio.

    Guardando invece alla classifica europea che considera i morti per Covid per milioni di abitanti negli ultimi otto mesi, riporta il quotidiano, il nostro Paese si piazza al dodicesimo posto, mentre si trova al sesto in quella dell’immunità vaccinale della popolazione: l’80 per cento di persone hanno ricevuto almeno una dose in Italia. Per quale motivo, allora, nella prima classifica si trova così in basso? Il motivo, spiega Onder, potrebbe essere proprio la sovrastima dei morti. “Il calcolo di morti Covid per abitanti non è un parametro attendibile“, avverta Onder. “Ci sono infinite variabili che diventano concause”. Tra queste appunto l’età della popolazione: “L’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo, dopo il Giappone”, ricorda Onder.

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