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    Migranti, la Corte Ue dice no ai rimpatri forzati anche per chi perde lo status di rifugiato

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 14 Mag. 2019 alle 14:40 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:37

    Corte Ue rimpatri forzati | Un migrante in fuga da un territorio in cui rischia di essere torturato o perseguitato non può essere rimpatriato nel suo paese d’origine, anche nel caso in cui abbia perso lo status di rifugiato. A dichiaralo è la Corte di giustizia dell’Unione europea, in una sentenza pubblica che fa riferimento al diritto europeo e alla Convenzione di Ginevra sui diritti umani.

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    Le direttive – La Corte Ue fissa così del punti fermi sul tema rimpatri. Lo status di rifugiato è regolato da una direttiva del 2011, ma la scelta di rimpatrio, secondo la Corte, prescindere da questo regolamento.

    Più precisamente, la revoca dello status di rifugiato (che spesso avviene per mancanza dei documenti richiesti o per tempistiche burocratiche che si allungano) non fa correre il rischio di rimpatrio per la persona in questione.

    Il commento di Salvini – Il ministro dell’Interno e leader del Carroccio, Matteo Salvini, non ha aspettato per commentare la decisione della Corte Ue: “Ecco perchè è importante cambiare questa Europa, con il voto alla Lega del 26 maggio. Comunque io non cambio idea e non cambio la legge: i ‘richiedenti asilo’ che violentano, rubano e spacciano, tornano tutti a casa loro. E nel Decreto Sicurezza Bis norme ancora più severe contro scafisti e trafficanti”, ha affermato Salvini.

    I casi – La Corte con sede in Lussemburgo si è soffermata su questa particolare condizione dopo il caso di due cittadini, uno ivoriano e uno congolese, che si sono visti revocare lo status di rifugiato o negare il riconoscimento in Belgio e Repubblica Ceca, perché considerati una minaccia alla sicurezza o condannati per un reato particolarmente grave per la comunità dello Stato membro ospitante.

    Secondo i giudici, le disposizioni in materia di rifugiati sono valide, ma la decisione di revocare o rifiutare il riconoscimento dello status di rifugiato non privano le persone dei diritti della Convenzione di Ginevra. Ecco perché il rimpatrio viene vietato.

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