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    Coronavirus, Crisanti: “Troppi morti, emergenza sottovalutata. In Italia 450 mila casi. Questo è un fallimento”

    Credit: Ansa foto
    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 25 Mar. 2020 alle 10:26 Aggiornato il 25 Mar. 2020 alle 10:50

    Coronavirus, il virologo:”Troppi morti, emergenza sottovalutata. Fallimento”

    “In Lombardia avrebbero dovuto iniziare “20 giorni fa” a cercare gli “asintomatici” sommersi “testando le categorie più esposte, per cerchi concentrici”. Non usa mezze parole Andrea Crisanti, direttore dell’Unità complessa diagnostica di di Microbiologia a Padova e docente di Virologia all’Imperial College di Londra. In un’intervista al Corriere della Sera si scaglia contro la classe dirigente del Paese e in particolare ai dirigenti della Regione Lombardia.

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    Secondo il virologo, nella regione più colpita da virus, “Non c’è stata alcuna sorveglianza epidemiologica. Vedo persone che muoiono a grappoli. Questo è un fallimento della classe dirigente del Paese. Troppi morti”.

     

    È da giorni che il professor Andrea Crisanti protesta: “Non riesco a spiegarmi come sia stato possibile sottovalutare le dimensioni dell’emergenza, quando erano sotto gli occhi di tutti: in Lombardia i malati saranno almeno 250mila, 150mila sintomatici e 100 mila asintomatici, in Italia ne calcolo 450mila… altro che 60mila”. Crisanti, ricorda il Corriere, ha studiato con il governatore Luca Zaia la strategia di lotta al Coronavirus, sostenendo da subito la scelta dei tamponi anche ai malati asintomatici, partendo da tutti coloro che sono più a rischio di contagio.

    “Bastava mettere tutte le risorse possibili sui focali iniziali, come hanno fatto in Giappone, Corea e Taiwan. E invece da noi fino a pochi giorni fa c’erano industrie attive con migliaia di dipendenti, penso soprattutto a Bergamo, per produrre beni peraltro non necessari. Abbiamo voluto difendere il Paese dei balocchi e l’economia anche di fronte alla morte”.

    E poi il monito: “La verità è che l’unico dato certo riguarda i decessi. Ed è da lì che bisogna partire per sapere quanti sono realmente i contagiati. Si scopre così che i numeri corretti sono purtroppo molto più alti di quelli che vengono diffusi e riguardano semplicemente i casi emersi e quindi hanno poco senso”.

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