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    Coronavirus, romano 29enne contagiato in Trentino: “C’era gente scappata dalle zone rosse per sciare”

    Mattia, il 29enne romano contagiato in Trentino

    "Hanno ritardato la chiusura degli impianti sciistici. C'erano dei positivi in giro ma hanno tenuto tutto nascosto per non far chiudere gli impianti e tutto", racconta il giovane ricoverato a Rovereto lontano dalla famiglia

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 23 Mar. 2020 alle 22:11

    Parla il 29enne romano contagiato in Trentino

    Mattia Gabriele De Angelis, il romano 29enne è stato contagiato da Coronavirus mentre si trovava in Trentino. Era andato a lavorare in un noleggio sci di Canezei, in Val di Fassa. “Ero lì da dicembre – racconta a fatica mentre è ancora ricoverato a Rovereto lontano dai parenti e amici – il 10 marzo mi sono sentito male, avevo febbre, tosse, mal di gola, insomma tutti i sintomi del Covid19 difficoltà a camminare e mangiare, ingoiare. Ho chiamato la guardia medica che mi ha dato okay, tachipirina e vitamina c. Ma la febbre saliva 37.8, 38, 39”.

    “Avevo sempre più affanno, alla fine hanno mandato un’ambulanza che mi ha portato nell’ospedale di Cavalese dove il tampone naturalmente è risultato positivo”.

    Il 15 marzo Mattia è stato trasferito nell’ospedale di Rovereto, nel reparto di malattie infettive”i medici e tutti gli operatori mi seguono con cura sono meravigliosi ma è tutto tanto doloroso. Miglioro, sono stazionario, tra alti e bassi, la febbre va e viene, è ancora lunga”.

    Gli impianti sciistici in Trentino sono stati chiusi solo il 10 marzo, e il 29enne romano del quartiere San Giovanni racconta in un’intervista al Messaggero: “Magari lo ho contratto nel negozio dove lavoravo, mi sentivo al sicuro anche se sono arrivate molte persone dalla zona rossa di Lodi, Codogno e Milano a noleggiare, qualcuno è scappato ed è venuto a sciare, poi dopo due giorni hanno riportato tutto e sono riscappati che stavano chiudendo la zona rossa. Te lo dicevano pure e io mi chiedevo, ma come fanno. Anche quando mangiavo con gli operatori, i gattisti, sentivo che c’erano dei positivi in giro ma hanno tenuto tutto nascosto per non far chiudere gli impianti e tutto”.

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