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    Rezza (Iss): “Bisogna fare attenzione, un nuovo lockdown sarebbe disastroso. Il Coronavirus non scomparirà a giugno”

    Intervenuto alla trasmissione Agorà, Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, ha commentato l'inizio della Fase 2

    Di Niccolò Di Francesco
    Pubblicato il 4 Mag. 2020 alle 20:03 Aggiornato il 4 Mag. 2020 alle 20:07

    Coronavirus, Rezza (Iss): “Un nuovo lockdown sarebbe disastroso”

    “Un nuovo lockdown sarebbe disastroso”: così Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanità mette in guardia gli italiani su un possibile aumento dei contagi da Coronavirus che porterebbero inevitabilmente a nuove misure restrittive. Intervenuto alla trasmissione di Raitre Agorà, Rezza ha commentato l’avvio della Fase 2 esortando la popolazione a “mantenere comportanti responsabili”. Secondo Rezza, infatti, “convivere col virus significa anche continuare a combatterlo”. Per l’epidemiologo in questa nuova fase sarà indispensabile “individuare casi, rintracciare contatti, testarli anche da asintomatici”. L’aumento delle terapie intensive, infatti, era “un atto dovuto, ma il fatto di averne di più ora non significa che dobbiamo riempirle. La Germania che ne ha molti più di noi, ma fa in modo che le persone non ci arrivino”.

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    Rezza si è detto poi scettico sull’eventualità che il virus sparisca a giugno con l’arrivo del caldo come ipotizzato da alcuni esperti. “Se ci sono colleghi stimati che hanno il dono della preveggenza, benissimo – ha dichiarato Rezza – Se morirà a giugno faremo una grande festa”. “Anche io vorrei che scomparisse – ha proseguito l’epidemiologo – ma non credo questo sogno possa realizzarsi molto presto. Dobbiamo quindi raddoppiare, triplicare gli sforzi per arginarne la diffusione”. Rezzi quindi si è detto preoccupato “perché vediamo che questo virus sta ancora circolando” e ha invitato i cittadini ad “avere comportamenti responsabili”. Sull’ipotesi che l’aria condizionata favorisca la circolazione del Coronavirus, Rezza ha risposto: “È stato ipotizzato che l’aria condizionata possa aerosolizzare il virus e trasmetterlo a distanza ma questo non è assolutamente provato. Al massimo può fare da ‘effetto vento e spingere goccioline di saliva all’interno di un ambiente chiuso'”.

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