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    Coronavirus a Milano già da dicembre: trovati anticorpi in una donna con febbre il 22 dicembre

    Folla nella Galleria Vittorio Emanuele sotto le feste di Natale. Credit: ANSA/ DANIEL DAL ZENNARO
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 30 Apr. 2020 alle 13:49 Aggiornato il 30 Apr. 2020 alle 14:20

    Coronavirus, 41enne milanese con febbre il 22 dicembre fa il test: “Trovati anticorpi”

    Un’indagine della task force sanitaria della Regione Lombardia ha rivelato che il Coronavirus a Milano circolava già  prima di quando fu data la notizia del paziente 1 di Codogno, la cui positività, scoperta il 21 febbraio scorso, ha dato il via in maniera ufficiale all’epidemia di Covid-19 nel nord Italia.

    A questa indagine si aggiunge la testimonianza di una donna di Milano di 41 anni che al Corriere della Sera ha raccontato di aver avuto una polmonite atipica tra dicembre e gennaio. Molto prima del paziente 1 di Codogno quindi.

    La donna ha avvertito i primi sintomi il 22 dicembre: una febbre altalenante seguita da alcune fitte alle costole e alla schiena a gennaio, poi una forte tosse e il sospetto di una polmonite. Secondo quanto riporta il Corriere la donna potrebbe aver avuto il Coronavirus quando l’epidemia era “sommersa”. A confermarlo sono i test sierologici secondo i quali la donna avrebbe sviluppato gli anticorpi al Covid.

    “Qualche giorno fa la donna fa il test sierologico (quello che cerca gli anticorpi prodotti dal sistema immunitario in risposta al virus). Risultato: immunoglobuline IgM (quelle prodotte per prime in caso di infezione) ‘negative’. Significa che la donna a fine aprile non è infetta. Le IgG, invece, sono ‘positive’, segno che la professionista ha avuto l’infezione qualche tempo prima. Domanda: lei, dopo quella polmonite di inizio gennaio, è più stata male? ‘No'”, scrive il Corriere.

    E’ possibile quindi che la donna abbia contratto il Coronavirus, a Milano, già a fine dicembre. “Sono guarita (il 5 febbraio) e ho ripreso la mia vita di sempre. Ma credo che sia importante raccontare quel che mi è accaduto anche per dare un contributo alla conoscenza del virus”.

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