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    Coronavirus, l’efficacia della clorochina: “Il Plaquenil può bloccare il virus agli inizi”

    Di Giulia Angeletti
    Pubblicato il 7 Mag. 2020 alle 10:58 Aggiornato il 7 Mag. 2020 alle 11:02

    “Con la sua funzione antinfiammatoria e antivirale, il Plaquenil può bloccare il virus agli inizi, aiutandoci a tenere la gente lontano dagli ospedali”. A spiegare l’efficacia contro il Coronavirus di questo farmaco, che viene generalmente utilizzato come terapia per l’artrite reumatoide, è Paola Varese, primario di oncologia di Ovada, comune in provincia di Alessandria, la più colpita del Piemonte dall’epidemia da Covid-19. E’ lei, come racconta il Corriere, ad aver messo a punto, insieme ai colleghi della Asl di Alessandria, il progetto “Covi a casa”, il quale ha l’obiettivo di offrire cure a domicilio ai pazienti che hanno contratto il virus con questo farmaco a base di idrossiclorochina. Una cura che Paola ha testato su lei stessa quando è risultata positiva al Coronavirus, lo scorso 5 marzo. “Avevo un quadro respiratorio importante, stavo male. Ma ho deciso di non ricoverarmi e di iniziare subito la terapia su me stessa”, ha infatti spiegato il primario, che ha visto un miglioramento delle sue condizioni e, dal 18 marzo, ha fatto partire “Covi a casa”. Ad oggi sono 156 le persone assistite a casa, e di queste solo tre hanno avuto bisogno di un trasferimento in ospedale.

    Paola comunque non è l’unica ad aver valutato l’efficacia del Plaquenil, tanto che questo farmaco ha ricevuto l’approvazione per un utilizzo “off label” da parte dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco) lo scorso 17 marzo. Lo hanno già utilizzato, con successo, il direttore del reparto di ematologia dell’ospedale di Piacenza Luigi Cavanna e il collega Pietro Garavelli; fino ad oggi Cavanna ha somministrato questa cura a 218 pazienti, il che ha portato ad una riduzione del 30 per cento dei ricoveri nei giorni di picco dei contagi da Covid-19. Comunque la idrossiclorochina era già stata utilizzata in passato contro la Sars: “Quando abbiamo avuto i primi casi di positività, tutte persone che erano state a contatto con Codogno, una mia collaboratrice che aveva lavorato con i ricercatori italiani che tra il 2002 e il 2003 avevano usato l’idrossiclorochina contro la Sars, ha avuto l’idea. E ha funzionato. Prima in ospedale, poi fuori”, ha infatti spiegato Garavelli, che ha parlato del Plaquenil come di un “farmaco prezioso” poiché “impedisce la replicazione del virus e il suo attacco alle vie respiratorie”.

    Il nostro Paese, ad oggi, come spiega sempre il Corriere è secondo solo alla Francia per l’utilizzo di questa terapia sui pazienti affetti da Coronavirus. Cinque Asl e quattro ospedali, tra Marche e Puglia, hanno infatti iniziato con questo protocollo basato sul Plaquenil; ad inventare la cura Didier Raoult, il quale ha spiegato di aver curato così 3.200 persone positive al virus. Non mancano, però, anche esponenti del mondo scientifico che si sono invece mostrati dubbiosi sull’efficacia del farmaco a base di idrossiclorochina. I risultati di tre delle ben 86 sperimentazioni in corso sul Plaquenil, pubblicati di recente sul Journal of American Medical Association, hanno infatti parlato di rischi di “aritmie ventricolari ed eventi cardiovascolari” nell’utilizzo del farmaco su pazienti affetti da Covid-19 e ad uno stadio avanzato della malattia. Inoltre, ancora sono stati effettuati troppi pochi test e su un campione troppo basso di casi per una valutazione completa dell’efficacia del Plaquenil sul Coronavirus, e anche i medici italiani hanno dovuto prendere atto delle controindicazioni sui pazienti affetti da patologie cardiovascolari.

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