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    Coronavirus, l’8,3 per cento dei contagiati in Italia è un operatore sanitario

    Una percentuale doppia rispetto a quella rilevata nel corso dell'emergenza sanitaria in Cina

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 18 Mar. 2020 alle 15:41 Aggiornato il 18 Mar. 2020 alle 17:10

    L’8 per cento dei contagiati in Italia è un operatore sanitario

    Secondo la Fondazione Gimbe, un’istituzione senza fini di lucro di diritto privato costituita dall’associazione Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze, la percentuale di operatori sanitari contagiati dal Coronavirus in Italia è pressoché doppia rispetto al numero rilevato nell’emergenza cinese, pari cioè all’8,3 per cento. Gimbe ha rielaborato i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità e calcolato che sono saliti a 2.629 gli operatori sanitari contagiati dal nuovo Coronavirus, ovvero l’8,3 per cento dei casi totali. “Il numero di operatori sanitari infetti è enorme. L’8,3 per cento dei casi totali è una percentuale più che doppia rispetto alla coorte cinese”, ha dichiarato il presidente dell’Istituo, Nino Giambella.

    In alcuni ospedali gli operatori lamentano di essere sprovvisti delle protezioni necessarie a non contrarre il virus dai pazienti, non solo mascherine adeguate – in cardiologo di Sassari ha rivelato a TPI di aver utilizzato una mascherina da saldatore “per salvarsi” mentre operava – ma anche occhiali, guanti, tute e coperture che dovrebbero proteggere gli addetti ai lavori dalla testa ai piedi.

    Che gli operatori sanitari siano i soggetti più a rischio emerge anche dai numeri forniti dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo). “Gli operatori sanitari contagiati sono stati, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità diffusi ieri 1116, su 13882 rilevati dalle Regioni. Poco meno del dieci per cento”, ha sottolineato Filippo Anelli, presidente della Fnomceo, il 14 marzo scorso. “Eppure, la letteratura internazionale invita, in caso di epidemia, a mettere in sicurezza il personale sanitario, perché è la risorsa più preziosa”.

    Ma, come denunciato a TPI dal sindacato Anaao Assomed, ai medici che lavorano in corsia e entrano in contatto con pazienti positivi al Covid-19 non vengono effettuati i tamponi, almeno fino a quando sono asintomatici, nonostante adesso anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia invitato i Paesi ad aumentare il numero dei test, “almeno sui casi sospetti”. E ai medici dovrebbe essere garantito il tampone.

    Intanto, secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile, in Italia ci sono attualmente 26.062 contagiati2.503 mortie 2.941 guariti, per un totale di 31.506 casi totali. La situazione in Lombardia sembra sempre più grave, con Paola Pedrini, segretaria per la Lombardia della Federazione italiana medici di medicina generale, che ha denunciato che i dati sui pazienti contagiati ” sono sottostimati di almeno 5 volte nella provincia di Bergamo”. Oggi, nel corso di una conferenza stampa, il governatore Attilio Fontana ha dichiarato che di questo passo il sistema sanitario della Lombardia “non sarà più nelle condizioni di dare una risposta a chi si ammala”.

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