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    Il messaggio di Mattia, 18enne ricoverato: “Mamma stai tranquilla, non ti lascerò sola”

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 27 Mar. 2020 alle 07:55 Aggiornato il 27 Mar. 2020 alle 07:55

    Coronavirus, il 18enne Mattia ricoverato: “Mamma non ti lascerò sola”

    È più di un mese che il nostro Paese lotta contro il Coronavirus, un male che ha contagiato finora 62.013 persone e ucciso 8.215 volte. In questo scenario apocalittico sono migliaia le storie di chi sta combattendo e dei cari che aspettano in ansia.

    Mattia ha 18 anni, è ricoverato al reparto di terapia intensiva di Cremona. Il 16 marzo aveva la febbre, la madre lo aveva portato al pronto soccorso ma lì le era stato detto che lo avrebbero curato a casa, nonostante la polmonite da Coronavirus. Il suo racconto al Corriere procede: “È in coma farmacologico. È il più giovane del reparto. La sera del ricovero, sua madre riceve un messaggio dal suo cellulare: ‘Tra poco mi intubano. Stai tranquilla, non ti lascerò sola. Ti amo, mamma, lotterò per te e per Anastasia. Devo andare’. Aspetto che squilli il telefono, generalmente la sera: è il mio bollettino. Poi riattacco e spero che non suoni più: significherebbe un peggioramento”.

    Mattia parla della sorella Anastasia che però morì durante il parto. “Ogni giorno mi chiamano i suoi compagni di scuola, le insegnanti, i bidelli. E io cerco di mostrarmi forte. Le condizioni di Mattia sono stabili, ma sempre gravi, in reparto l’hanno preso a cuore”.

    Anche in storie come questa le difficoltà non sono poche: il virus è contagioso e la mamma di Mattia non può andare a trovarlo in ospedale. Così racconta: “Ho fatto un patto con le infermiere allora: vanno da lui, me lo accarezzano e gli dicono che quella è la carezza della mamma. In casa il tempo non passa mai. Non mi capacito di nulla, ma ho fiducia nei medici”.

    “Ombretta è una donna forte”, racconta Enrico Galletti sul Corriere. “Bisogna essere lucidi e non crollare, come mi ha chiesto in quel messaggio. Chissà se Mattia se lo ricorda: quando aveva tre anni e io trenta, mi sono ammalata di cancro. Era nel passeggino quando mi hanno operata d’urgenza. Dopo due mesi ho potuto dire a tutti che avevo vinto io”.

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