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    Cartabellotta (Gimbe): “Il Sud sta sperimentando ora il virus, la situazione può sfuggire di mano”

    Credit: ANSA/CESARE ABBATE/
    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 9 Ott. 2020 alle 13:48 Aggiornato il 9 Ott. 2020 alle 13:49

    Cartabellotta (Gimbe): “Il Sud sta sperimentando ora il virus”

    Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, non esclude che si possa avere un nuovo lockdown, soprattutto al Sud e Centro Sud, dove nelle ultime ore c’è stato un boom di contagi registrato soprattutto in Campania che con 757 nuovi positivi è la regione con il maggior numero di nuovi casi Covid. “Regioni come Campania, Sicilia e Puglia hanno numeri ben più alti di quelli della prima ondata. Il Sud, è bene ricordarlo, sta sperimentando adesso il Coronavirus. Non lo ha conosciuto prima, è stato risparmiato dalla prima ondata di marzo. In Sicilia, adesso, preoccupa il dato degli ospedalizzati: l’11,5 per cento contro il 6,6 per cento della media nazionale”, dice Cartabellotta in un’intervista a Open.

    “Il rischio è che, in queste regioni, la capacità di tracciamento territoriale possa sfuggire di mano. Mi preoccupa che il sistema sanitario possa andare in sovraccarico, che vadano in tilt i servizi di tracciamento dei focolai e che manchino i posti letto. In teoria dovrebbero essere stati potenziati ma in molti ci dicono che si è trattato di un aumento solo sulla carta. In molti casi, ad esempio, non c’è neppure il personale sufficiente a gestirli” evidenzia il presidente di Gimbe.

    Secondo Cartabellotta “Non esiste un caso Campania ma ‘un caso Napoli che “trascina” tutta la regione’. “In estate, molti di quelli che provenivano da zone ad alto rischio sono andati nelle regioni del centro-sud e del sud. E in quel periodo tutti hanno minimizzato, sottovalutato il problema. Pensate che in Sicilia la mascherina al chiuso era un optional, all’aperto, invece, non la indossava quasi nessuno”, spiega.

    E su un possibile nuovo lockdown Cartabellotta sottolinea: “Totale non credo, parziale può essere. Anche di interi condomini, quartieri, regioni o settori di attività. Il governo, però, dovrebbe intervenire il prima possibile sui trasporti pubblici, incubatore naturale del virus”.

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