Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Opinioni
  • Home » Cronaca

    Il business del click day: aziende pagano studenti per cliccare più velocemente e vincere bandi milionari

    Allenamenti online su simulatori e studenti universitari adescati su internet per fare i cliccatori: ecco cosa si nasconde dietro il business del click day

    Di Elisa Serafini
    Pubblicato il 27 Mag. 2020 alle 11:19 Aggiornato il 1 Giu. 2020 alle 15:30

    Il business del click day: studenti pagati dalle aziende per vincere bandi milionari

    10.000 euro da pagare perché qualcuno “clicchi” al posto dell’azienda. Allenamenti online su simulatori, studenti universitari adescati su internet per fare i cliccatori: il mondo del click day è molto più complesso di quanto non si legga sui bandi degli enti pubblici. Per sapere cosa sia un click day è sufficiente leggere i titoli di giornale degli ultimi giorni: “follia click day Invitalia: 50 milioni assegnati in 1.4 secondi”, “rimborsi per le spese: la beffa del click day”. Ma per capire come funzioni davvero, e quali interessi esistano, bisogna andare molto più a fondo e scoprire una realtà parallela, fatta di interessi economici, di informatica, e, ovviamente, di molti soldi.

    Come è nata la formula del click day
    La formula del click day, la modalità utilizzata da alcuni enti pubblici per assegnare ed erogare fondi a imprese e persone, è stata “inventata” nel 2010, quando l’INAIL cercava una via per aumentare la sicurezza sui luoghi di lavoro, principalmente nel settore agricolo, particolarmente funestato da incidenti. La misura attuata fu quella di assegnare fondi alle aziende agricole per sostenere l’acquisto di macchinari (trattori, aratri ecc..) particolarmente onerosi, e di promuovere lo smaltimento dell’amianto. Fino ad allora i bandi erano stati assegnati facendo riferimento a requisiti, assegnando punteggi alle caratteristiche delle aziende e dei progetti, ma questa modalità presenta un grosso ed importante problema: può essere soggetta a ricorsi.

    Il click day oggi
    Diversi enti locali utilizzano da allora lo stesso sistema: dai bandi regionali per le attività produttive, ai bandi nazionali, fino agli imminenti voucher per i monopattini: in mancanza di capacità di assegnare o stabilire criteri di merito, l’unico criterio misurabile ed incontestabile è diventato la velocità, con qualche piccolo problema di accesso a questa dinamica.

    Se i fondi di Invitalia assegnati pochi giorni fa sono stati volatilizzati in meno di due secondi, è perché migliaia di persone sono riuscite a presentare la domanda online con un tempo minore di questo. Ma non si trattava, presumibilmente, degli imprenditori interessati, bensì di “cliccatori” professionisti, assoldati dalle imprese attraverso società di consulenza, pagati per inserire i codici delle aziende al posto del possibile beneficiario.

    Il meccanismo e il business del click day
    Chi desidera partecipare ai bandi ha due possibilità: svolgere la pratica di presentazione dei progetti e di “clic” in autonomia oppure affidarsi a società di consulenza specializzate in questo servizio. In Italia sono circa una decina, operano tutte legalmente perché nei bandi non è specificato chi deve materialmente “cliccare” la richiesta, ma viene solo indicato che non debba trattarsi di un sistema automatico.

    I prezzi per questo tipo di servizio variano dai 1500 ai 10.000 euro (oltre a una tassa a bando ottenuto, di solito intorno al 10-12%), comprendono normalmente una consulenza di progetto per la presentazione della candidatura, e il servizio di click. Con una rate di accettazione di circa il 12% sono molte le imprese interessate ad investire queste cifre per poter ottenere fino a 140.000 euro di fondi perduti o di sostegno agli acquisti. 

    L’allenamento e i cliccatori
    “Vuoi guadagnare 1000 euro cliccando con il tuo computer?” questo l’annuncio letto da migliaia di studenti universitari in tutta Italia, sui siti più disparati. Molti pensano a truffe, ma alcuni, come B.F., ex studente universitario “cliccatore” accettano la sfida. “È molto semplice: alcuni ti danno un fisso, altri solo una percentuale in caso di successo. Ti viene assegnato il codice dell’azienda, le credenziali per accedere al sito dell’ente pubblico e a quel punto operi al posto dell’impresa”.

    Non è facile però cliccare in 1.4 secondi, e per garantire maggiori possibilità di successo, le imprese di consulenza operano in due modi: il primo è far allenare i cliccatori attraverso simulatori online che permettono agli operatori di imparare scorciatoie da tastiera e trucchi per essere velocissimi. La seconda strategia è quella di assegnare a più cliccatori, lo stesso codice aziendale, in modo da aumentare le possibilità di successo.

    Le disparità regionali
    Molti dei contributi (compresi quelli INAIL) sono assegnati su base regionale, con enormi differenze nel rate di accettazione delle domande, che varia a seconda della quantità di fondi a disposizione della regione e il numero di soggetti che operano in quell’area. Per Veneto, Lombardia, Piemonte tipicamente i click richiesti per avere possibilità di successo sono di 5-6 secondi, mentre in Sardegna o Sicilia il tempo necessario per accaparrarsi i fondi può essere molto maggiore (anche 40 minuti).
    In queste regioni tipicamente le aziende agricole non si rivolgono a cliccatori poiché non è quasi mai necessario avere capacità di “click” superiori alla media.
    Il bando è regionale, quindi ogni regione ha le sue graduatorie. Prevalentemente Veneto e Friuli: un click di 4-5  secondi.

    Decimi di secondo
    I trucchi per essere veloci sono diversi: innanzitutto non usare il mouse, che rallenta di molto i processi, poi avere la fibra, o posizionarsi in un luogo della città che abbia la fibra ottica. Infine i browser, che possono presentare velocità molto diverse tra loro.

    I click day del 2020
    Quest’anno il click day per i fondi INAIL era stato inserito nel DL aprile, poi posticipato e infine revocato a un mese dalla scadenza. Molte società di cliccatori e di consulenza si sono ritrovate a dover fare i conti con contratti già chiusi, ma con un bando revocato.

    L’opportunità per queste aziende è però quella di riconvertirsi su altri bandi, come quelli di Invitalia o altri soggetti, che sembrano essere in via di sviluppo. I cliccatori e le società aspettano i bandi del Sud e quelli di Invitalia, consapevoli che questa modalità risulti particolarmente gradita al governo, e ovviamente, anche al loro business.

    Leggi anche: Anonymous Italia a TPI: “Per fermare il revenge porn pubblichiamo i dati dei pedofili sul web”

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version