Leggi TPI direttamente dalla nostra app: facile, veloce e senza pubblicità
Installa
Menu
  • Cronaca
  • Home » Cronaca

    La sorella di Falcone: “Brusca libero? Mi addolora, ma lo prevede una legge voluta da mio fratello”

    Mentre la politica ha accolto con indignazione la scarcerazione di Brusca (per Letta è "un pugno nello stomaco", per Salvini "una schifezza"), la sorella del giudice ucciso ricorda che fu lui stesso a ispirare la normativa che ora permette al boss di lasciare il carcere

    Di Veronica Di Benedetto Montaccini
    Pubblicato il 1 Giu. 2021 alle 11:55

    “Umanamente è una notizia che mi addolora, ma questa è la legge, una legge che peraltro ha voluto mio fratello e quindi va rispettata. Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso. Ogni altro commento mi pare del tutto inopportuno”. A parlare è Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la notizia della scarcerazione per fine pena di Giovanni Brusca, l’ex capomafia, poi pentito, che ha premuto il telecomando che ha innescato l’esplosivo nella strage di Capaci. Nell’attentato morirono Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo.

    “La stessa magistratura in più occasioni ha espresso dubbi sulla completezza delle rivelazioni di Brusca, soprattutto quelle relative al patrimonio che, probabilmente, non è stato tutto confiscato: non è più il tempo di mezze verità e sarebbe un insulto a Giovanni, Francesca, Vito, Antonio e Rocco che un uomo che si è macchiato di crimini orribili possa tornare libero a godere di ricchezze sporche di sangue”, afferma Maria Falcone.

    Brusca sarà sottoposto a quattro anni di libertà vigilata, come ha deciso la Corte d’Appello di Milano. “Mi auguro solo che magistratura e le forze dell’ordine vigilino con estrema attenzione- continua la sorella del giudice ucciso nel 1992 – in modo da scongiurare il pericolo che torni a delinquere, visto che stiamo parlando di un soggetto che ha avuto un percorso di collaborazione con la giustizia assai tortuoso”.

    Leggi l'articolo originale su TPI.it
    Mostra tutto
    Exit mobile version