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    Maxi indagine contro la ‘Ndrangheta: tra i 202 arrestati ci sono il sindaco di Rende e due assessori

    Il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri
    Di Piera Rocco
    Pubblicato il 1 Set. 2022 alle 18:29

    Associazione a delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, organizzazione illecita dell’attività di giochi anche d’azzardo e di scommesse, riciclaggio, trasferimento fraudolento di beni. Sono le diverse attività nelle quali si ipotizza siano coinvolti i 202 sospetti arrestati oggi a Cosenza in un blitz contro la ‘Ndrangheta. L’arrestato di spicco è il noto avvocato sindaco di Rende e presidente dell’ANCI Marcello Manna. Condividono la stessa sorte l’assessore ai lavori pubblici dello stesso comune, Pino Munno, e l’assessore alla manutenzione e al decoro urbano di Cosenza, Francesco De Cicco, ai domiciliari da stamattina. Dopo l’arresto gran parte dell’amministrazione di Rende si è stretta intorno al sindaco e ai due assessori.

    L’indagine della Dda di Catanzaro, diretta da Nicola Gratteri, si intitola Operazione Sistema e secondo il procuratore “è forse la più estesa indagine su Cosenza e riguarda un’associazione mafiosa, un’associazione finalizzata al traffico di droga e tutti reati caratteristici della criminalità organizzata, quindi estorsioni, usura e anche rapporti con la pubblica amministrazione”. Le forze investigative di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza avrebbero collaborato per rivelare una confederazione delle diverse cosche affiliate al cosiddetto “clan degli zingari” ripartite sul territorio evitando di scontrarsi. Durante la conferenza stampa il comandante dello Scico Nicola Quitavalle ha descritto alcuni aspetti del “sistema”: “esisteva un fondo, una “bacinella”, comune che serviva per pagare le spese legali degli affiliati, sostenere le famiglie, pagare la manovalanza delle ‘ndrine. Quando c’è da parlare di soldi, insomma, la malavita si ritrova. Abbiamo vagliato migliaia di carte anche grazie ad avanzati software a nostra disposizione”. Gli investigatori avrebbero ricorso anche a 28 collaboratori di giustizia.

    Sono stati sequestrati beni per un valore di 72 milioni di euro, tra cui 39 complessi aziendali di imprese attive nel settore del “gaming”, 20 ditte individuali e ulteriori 57 quote di partecipazione relative a 74 soggetti giuridici attivi nei settori edile, della ristorazione, del commercio di autoveicoli ed al dettaglio, secondo quanto riporta quicosenza.it.

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