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    Naufragio Lampedusa, Bartolo a TPI: “Siete felici? Sono morti 8 bambini invasori”

    Credit: Ansa

    Intervista al medico dell'isola siciliana, oggi europarlamentare del Pd: "Italia ed Europa collusi con i trafficanti di esseri umani, facciamo arrivare i migranti con canali regolari"

    Di Lara Tomasetta
    Pubblicato il 8 Ott. 2019 alle 13:22 Aggiornato il 8 Ott. 2019 alle 16:05

    Bartolo e il naufragio di Lampedusa: “Morti 8 bimbi invasori. Contenti?”

    Tredici donne i cui corpi sono ancora avvolti in sacchi di plastica neri e verdi nel salone della Casa della fraternità a Lampedusa. Otto bambini dispersi in un mare ancora agitato.

    È l’angosciante quadro dell’ennesima sconfitta. Ancora morti i mare. Ancora disperazione nel Mediterraneo. Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che ha soccorso più di tremila migranti e oggi europarlamentare del Pd, ne parla a TPI.
    “Forse sarò diverso dagli altri, mi commuovo, piango, sapendo che stanno morendo dei bambini. E invece c’è gente che se ne sta fregando. Tanto chi sono questi? Sono degli invasori. Otto bambini invasori, mettevano in pericolo la nostra sicurezza, andiamo avanti con decreti sicurezza”.

    Tragedie non prevedibili?

    Sono tutte prevedibili, chissà quante ancora ce ne sono in previsione. Se l’Italia e l’Europa non prendono provvedimenti, decidendo di ignorare questi decreti sicurezza, ci saranno ancora morti. Non è che se muoiono i neri c’è sicurezza e se muoiono i bianchi non c’è. La sicurezza non deve essere solo per noi, ma anche per loro. Bisogna trovare una soluzione accettabile. E non è impedendo alle Ong o ai pescherecci, alle navi mercantili o alle nostre navi militari di andarli a salvare che ci sarà sicurezza. Bisogna costituire un percorso che sia europeo di salvataggio e soccorso in mare. Al momento ci vuole questo.

    Ma la via maestra non è neanche questa. Con il maltempo e queste imbarcazioni, anche se si mettono tutte le navi di questo mondo in mare, la gente continuerà a morire. Io credo che il provvedimento che si deve prendere è quello di far arrivare queste persone attraverso dei canali sicuri. Il mare non deve esistere completamente, a meno che non si attraversi con delle navi passeggeri.

    E invece continuiamo a farli morire con i barchini sempre più piccoli e tutto questo a vantaggio dei trafficanti di esseri umani. Stiamo foraggiando i trafficanti di esseri umani. Più è pericolosa la rotta, più è difficile arrivare. Più noi non glielo consentiamo, più loro alzano la posta. Facciamo accordi con questi criminali che non hanno nessuno scrupolo.

    Secondo l’accordo di Malta, la Libia è un porto sicuro.

    La Libia è un paese in guerra e non è mai stato un paese sicuro. I trafficanti di esseri umani si trovano in Libia. Oggi pensare che sia un porto sicuro è da matti. Intanto una delle azioni che in coscienza bisogna fare è andare a liberare quei campi e liberare quelle persone che sono sottoposte a torture e violenze. I bambini e le donne vivono ogni tipo di sofferenza. Abbiamo visto morire 13 donne in mare ieri, già devastate dalla permanenza in Libia. Non si può dormire con questo pensiero.

    Torniamo al naufragio dell’altra notte al largo di Lampedusa. Quei migranti erano quasi arrivati.

    Sì. Mancava poco alle coste di Lampedusa.

    Sono morti perché in mare non c’è più nessuno? Perché la Guardia costiera italiana non fa più salvataggi?
     
    Probabilmente le Ong, se fossero state in mare, avrebbero potuto salvarli. Non dico che li avrebbero sicuramente salvati, ma quando ci sono delle navi che stanno lì per salvare persone, e non perché sono colluse con i trafficanti, si riescono a salvare vite. Forse qualcun altro è colluso con i trafficanti di esseri umani. Vedremo poi cosa emergerà dalle inchieste.

    Con tutto il rispetto per le nostre forze dell’ordine che erano là, si poteva arrivare prima con un intervento precoce. Si potevano evitare queste morti. Anche una sola persona salvata andava bene. Ma, ripeto, io credo che il sistema non sia quello delle Ong o delle navi da soccorso, quella è una soluzione tampone.
    La soluzione è farli arrivare con canali regolari.

    Sappiamo quello che succede in quei campi di concentramento e sono cose disumane. Poi, se non li vogliamo, è un’altra cosa. Ma almeno facciamoli arrivare. Ce li abbiamo sulla coscienza. Tutti. Io non so la sera chi può andare a dormire con la coscienza pulita.

    C’è chi dice che i maggiori sbarchi sono colpa di un governo che ora ha aperto i porti.

    Non è vero. È una bugia così grande, quando mai i porti sono stati chiusi? Aperti sono oggi, aperti erano anche durante il governo con Salvini. Il fatto che i flussi sono diminuiti non dipendeva dal fatto che i porti erano chiusi, ma perché erano stati fatti questi accordi scellerati con i delinquenti libici che li bloccano dall’altra parte. Ma ogni tanto li fanno partire, perché devono liberare quei campi. Quindi ci fregano anche i soldi, visto che li paghiamo.

    Il fatto di dire “meno ne partono, meno ne muoiono” è una bugia perché in percentuale ne muoiono molti di più. Adesso li mettono sui barchini. Ora nessuno è lì a poter testimoniare quanti ne muoiono. Prima c’erano le Ong a presidiare. Oggi non si sa più nulla.

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