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    Anticipazioni di Covid, quando il vulcano islandese bloccò gli aerei di mezzo mondo

    Il tabellone dei voli cancellati all'aeroporto Marconi di Bologna oggi 17 aprile 2010. Code e disagi per i passeggeri all'aeroporto, chiuso come tutti gli scali del nord per l'emergenza nube di cenere dall'Islanda. Credit: ANSA/NUCCI-BENVENUTI/DRN

    Su Ossi di Seppia, la serie non fiction online su Raiplay, una puntata dedicata al rapporto fra uomo e natura. Mercalli: “L’evento fu vissuto come un episodio dove la natura dettò le sue regole ai ritmi frenetici dell’umanità”

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 14 Apr. 2021 alle 10:47

    È l’aprile 2010 quando un vulcano islandese dal nome impronunciabile erutta paralizzando il traffico aereo di oltre 20 Paesi. Una storia incredibile, quasi un’anticipazione sul mondo del futuro che sarà sconvolto dal Covid, quella raccontata nella quattordicesima puntata di “Ossi di Seppia. Il Rumore della memoria” la serie non fiction di RaiPlay prodotta da 42° Parallelo .

    “L’evento fu vissuto come un episodio dove la natura dettò le sue regole ai ritmi frenetici dell’umanità. Siamo nel 2010, era forse la prima volta dopo la Seconda Guerra Mondiale in cui il traffico aereo subì uno stop così prolungato” dice il climatologo Luca Mercalli, voce narrante dell’episodio. Al centro, quindi, il rapporto fra uomo e natura, un legame sottilissimo eppure irreversibile che torniamo a sperimentare oggi nel mezzo della pandemia.

    È appena iniziata la primavera quando il vulcano Eyjafjallajökullche comincia la sua attività eruttiva immettendo nell’atmosfera enormi quantità di ceneri vulcaniche che vengono spinte dai venti dai cieli d’Islanda a quelli del resto del mondo rendendo necessaria la chiusura di spazi aerei e mandando in tilt la circolazione di mezza Europa. Ancora una volta la serie di RaiPlay ricostruendo il nostro passato recente – dal caso Di Bella alla vicenda di Dj Fabo, dalla tragedia di Rigopiano al caso del vino al metanolo  – rimette al centro le sensazioni che stiamo sperimentando, nostro malgrado, in questo particolare momento storico. La puntata su Mani Pulite attraverso le parole di Sergio Cusani ci ha raccontato l’isolamento, la storia del calciatore della Fiorentina Astori ci ha trasmesso lo sgomento per la morte che arriva improvvisa, oggi la puntata sul vulcano ci restituisce quell’impossibilità al movimento, quel diventare inaspettatamente prigionieri.

    Racconto seriale e immersivo, Ossi di Seppia è rivolto anche alla Generazione Z e ai Millennials come antidoto per curare lo smemoramento collettivo. In ogni episodio la memoria viene recuperata attraverso le immagini delle teche Rai e le fotografie d’archivio, e riconnessa a noi grazie alla narrazione di testimoni d’eccezione, protagonisti dei fatti all’epoca.

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