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    Annunziata-Roccella, Del Debbio attacca la giornalista: “Parolaccia non è grave, quel ‘muovetevi’ al ministro sì”

    Di Marco Nepi
    Pubblicato il 21 Mar. 2023 alle 08:21

    Annunziata-Roccella, Del Debbio attacca la giornalista: “Parolaccia non è grave, quel ‘muovetevi’ al ministro sì”

    Continua a far discutere lo scambio tra Lucia Annunziata e la ministra Roccella. “A me non interessa la parolaccia, non mi fa effetto una che dice ‘caz..’, non ha detto una bestemmia, ci può stare in un momento di agitazione, diciamo così”, ha commentato Paolo Del Debbio, che ha criticato le parole usate dalla collega durante la puntata di domenica di “Un’ora in più”, su Rai3. “Quello che colpisce è che una conduttrice Rai, che può aver legittimamente le sue idee, di fatto è entrata in contraddittorio in modo secondo me fuori dalle righe con un ministro che difendeva la sua politica”.

    Durante l’intervista, Roccella era tornata sul tema della maternità surrogata, annunciando una legge contro l’utero in affitto. “La politica serve a dare una visione per il futuro, è la politica che deve decidere se la maternità è una cosa da mercato, dobbiamo dare delle soluzioni, una visione per il futuro”, le parole della ministra per le Pari opportunità, la natalità e la famiglia, a cui la conduttrice aveva risposto duramente: “Voi avete la responsabilità di farle quelle leggi, c…o”. La giornalista si è scusata a più riprese per l’espressione, senza però placare le polemiche che si sono venute a scatenare. Fratelli d’Italia ha accusato Annunziata di “faziosità e ideologia” che “si pongono agli antipodi rispetto al servizio pubblico”, chiedendo di “cambiare pagina”, mentre secondo la Lega “troppi giornalisti del servizio pubblico credono di essere al Nazareno”.

    “Il problema non è ‘cazz..’, il problema è quel ‘muovetevi a fare le leggi’”, ha detto Del Debbio all’Adnkronos. “Non è il sostantivo, è il verbo. È un imperativo. Muovetevi a far che? Se quelli non lo vogliono fare, e hanno vinto le elezioni e portano avanti la loro politica uno discute, può dire ‘non sono d’accordo’. L’imperativo è decisamente eccessivo”, ha affermato il conduttore di “Dritto e Rovescio”.

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