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    Molestie al raduno degli Alpini, il presidente Favero: “Chiedo scusa alle ragazze. I casi sono una minoranza”

    Di Marta Vigneri
    Pubblicato il 12 Mag. 2022 alle 11:00

    “Faremo di tutto, insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili. E se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti”, queste le parole di Sebastiano Favero, presidente nazionale dell’Associazione alpini, in un’intervista al Corriere della Sera, rilasciata dopo le denunce di molestie da parte di oltre 150 donne nei confronti degli alpini, che avrebbero assunto comportamenti inopportuni e molestato ragazze in occasione dell’annuale adunata a Rimini, anche mentre stavano lavorando. Ora Favero chiede scusa. “Adesso ci sono fatti concreti”, dichiara in riferimento alle prime denunce presentate dalle vittime, supportate dall’Associazione Non Una di Meno. “E mi consenta innanzitutto di chiedere scusa a chi ha subito le molestie”.

    Secondo il Presidente gli atti commessi dai membri del corpo militare non hanno solo creato malessere in chi li ha subiti, ma anche “provocato un danno d’immagine all’organizzazione“. “Stiamo valutando con i nostri legali come tutelarci qualora vengano trovati gli autori. Quello che mi dispiace è che, per colpa di quelli che definirei degli imbecilli, è stata coinvolta un’associazione che nella sua lunga storia si è guadagnata rispetto per la serietà e l’impegno mostrati. Si è generalizzato, facendo passare tutta la realtà alpina, anche quella degli alpini in armi, per qualcosa di diverso da ciò che è”, afferma Favero, ricordando che dopo le denunce di molestie arrivate in seguito alle adunate a Trento e Milano l’associazione aveva già fatto “azioni di sensibilizzazione”. “Evidentemente non sono bastate e faremo di più – osserva – anche con maggiori controlli durante le manifestazioni”.

    Favero ci tiene però a sottolineare che “tutti gli episodi non sono avvenuti negli appuntamenti ufficiali ma nei momenti di intervallo, dove “per noi è difficile monitorare cosa accade in quei contesti”. “Spetta più che altro alle forze dell’ordine”. sottolinea. “Io conosco i miei alpini, e so l’impegno che mettono senza mai chiedere niente in cambio. Per esempio, solo nel 2021, 5,4 milioni di ore di lavoro volontario per l’emergenza Covid”, aggiunge, ribadendo che quello che è successo “è opera di un piccolo numero”. “Fermare le adunate sarebbe un torto gravissimo alla maggioranza. Il nostro impegno è far sì che non avvenga più in futuro, dobbiamo avere maggiore sensibilizzazione, di fronte a casi del genere non bisogna girarsi dall’altra parte”. Se si trovasse di fronte a una delle ragazze molestate, conclude, chiederebbe scusa. “E le direi che chi si è comportato in quel modo non è un vero alpino”.

     

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