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    Alberto Genovese, le foto hard delle ragazze scambiate con gli amici

    Di Antonio Scali
    Pubblicato il 8 Dic. 2020 alle 18:07 Aggiornato il 8 Dic. 2020 alle 18:08

    “Ragazze esibite come trofei”. Scattava le immagini e le condivideva in chat con i suoi amici, che a loro volta le spedivano ad altre persone in una lunga catena di violenza. È quanto emerge dalle testimonianze di decine di persone sentite nell’ambito dell’inchiesta su Alberto Genovese, l’imprenditore 43enne arrestato un mese fa con l’accusa di stupro nei confronti di una 18enne e ora indagato per violenze su una ragazza 23enne.

    Secondo quanto riferito dai testimoni, Genovese spediva alla sua cerchia di amici le foto dei rapporti sessuali con le ragazze che invitava nella sua “Terrazza sentimento” a Milano. “Trofei da esibire e dileggiare”, tanto valevano le ragazze delle foto per l’imprenditore, come emerge anche dall’analisi dei due tablet e di altrettanti telefonini che gli sono stati sequestrati.

    400 giga di “filmati, immagini e documenti” da analizzare, dai quali emerge che Genovese conservava “in modo maniacale, quasi come un collezionista, ogni immagine delle ragazze con le quali aveva rapporti sessuali”. Secondo quanto riporta il Corriere, si tratta di un materiale “sterminato” e che risalirebbe anche a più di due anni fa. “Materiale che potrebbe nascondere altri casi di violenze sessuali. I video girati nella notte tra il 10 e l’11 ottobre dalle telecamere di sorveglianza del superattico con vista sul Duomo riprendono per intero le quasi 20 ore della violenza. Mostrano l’imprenditore mentre fotografa con il cellulare la 18enne nuda e priva di sensi sul letto della sua camera”, riporta il quotidiano.

    Non solo. C’è anche un terzo telefonino di “vecchia generazione”, conservato nella cassaforte di ‘Terrazza sentimento’ insieme a 40mila euro in contanti e ad alcuni grammi di “coca rosa”. Genovese, lo ricordiamo, un mese fa è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata, detenzione e cessione di stupefacente, sequestro di persona e lesioni per aver fatto passare una notte da incubo a una ragazzina da poco maggiorenne, a un festino nella sua casa con vista sul Duomo: l’avrebbe resa incosciente con coca rosa e ketamina per poi seviziarla per parecchie ore. Stando ai racconti di alcune delle ragazze che hanno frequentato l’imprenditore, ci sarebbero altri presunti stupri al vaglio della magistratura.

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