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    Sulla Alan Kurdi i migranti tentano il suicidio, ma al Viminale non c’è più Salvini: ora di chi è la colpa?

    (Photo by Matthew Mirabelli / AFP)

    Se un naufrago a bordo della nave Alan Kurdi avesse cercato di togliersi la vita mentre al Viminale stava seduto ancora Matteo Salvini si sarebbe scatenato l’inferno

    Di Giulio Cavalli
    Pubblicato il 8 Set. 2019 alle 16:11 Aggiornato il 11 Set. 2019 alle 02:19
    Sulla Alan Kurdi i migranti tentano suicidio: non c’è più Salvini, chi è il colpevole?

    Primo effetto del nuovo governo: non è cambiata l’umanità con cui si soccorrono le navi in mezzo al Mediterraneo ma è cambiata la narrazione dei media dei poveri disperati abbandonati in mezzo al mare.

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    Dà fastidio notarlo e farlo notare ma provate a chiudere gli occhi e immaginate se un naufrago a bordo della nave Alan Kurdi avesse cercato di togliersi la vita mentre al Viminale stava seduto ancora Matteo Salvini: si sarebbe scatenato l’inferno, tutto uno stracciamento di vesti, peana sarebbero stati gridati da ogni dove e i giornali avrebbero scritto a nove colonne.

    Invece poco, pochissimo, quasi niente. Tutti appesi ad aspettare che prenda forma la tanto decantata discontinuità che è stato il mantra nei giorni delle trattative per la costituzione del nuovo governo tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle e intanto rimane attivo il divieto di entrare in porto e la dignità e l’umanità per ora sono solo ricomparse nei proclami senza trovare una declinazione amministrativa.

    Matteo Orfini del PD e Nicola Fratoianni insistono nel dire che bisognerebbe revocare quel divieto di ingresso che fu firmato dai ministri Salvini, Toninelli e Trenta ma la questione sembra interessare ben poco alla compagine governativa. Rimane, e forse bisogna accontentarsi così, il video in cui Dario Franceschini dice che con questo governo tornerà l’umanità. Contenti voi.

    Più illuminante invece è il tweet del sindaco PD di Bergamo Giorgio Gori che con molta nonchalance scrive: “C’è voglia di voltare pagina. Sull’immigrazione: basta odio contro i migranti. Ma attenzione: secondo Ipsos solo l’11% degli italiani (neanche metà del Pd) chiede posizioni meno rigide sull’immigrazione. Eviterei quindi di passare da “porti chiusi” ad ‘accogliamoli tutti'”.

    Insomma: l’umanità va dosata secondo i sondaggi e l’aria che tira tra gli alleati di governo. Anche Barabba del resto era alto nei sondaggi, se ci pensate bene. Allora per favore diciamocelo chiaro e tondo: su naufraghi e porti questo governo al momento non ha nulla di diverso da quello precedente.

    Gode, sì, di una narrazione molto più morbida (e che peccato, per il giornalismo e per la politica e per l’onestà intellettuale) ma nulla è ancora stato fatto e nulla è ancora stato detto.

    Aspettate, dicono, e noi aspettiamo. Ma rabbonirci per le intenzioni e sopportare silenti le sofferenze in mezzo al mare in attesa che la matassa si sbrogli non è un bel vedere. Questo si può scrivere senza essere accusati di disfattismo? Ecco, lo scriviamo. Appunto.

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