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    Mastrojeni a TPI: “Vi spiego come salvare il pianeta in poche semplici mosse e guadagnarci”

    Sul nuovo numero di TPI, in edicola da venerdì 5 novembre, l'intervista a Grammenos Mastrojeni, docente universitario e vicesegretario generale dell'Unione per il Mediterraneo (UpM) – organizzazione che partecipa come osservatore alla Cop26

    Di Andrea Lanzetta
    Pubblicato il 5 Nov. 2021 alle 18:42 Aggiornato il 6 Nov. 2021 alle 11:41

    Vivere in maniera sostenibile non comporta eroici sacrifici, anzi. Docente universitario e vicesegretario generale dell’Unione per il Mediterraneo (UpM) – organizzazione che partecipa come osservatore alla Cop26 – Grammenos Mastrojeni è un convinto assertore della cooperazione internazionale per frenare il riscaldamento globale ma non tutto può dipendere dai governi. Gli interventi istituzionali possono risultare efficaci solo se compresi e seguiti da tutti nel quotidiano.

    “A fronte di un problema di portata globale come il riscaldamento climatico, il pubblico si aspetta una soluzione dai grandi della Terra. Ma non è possibile. A quel livello si discute di provvedimenti legali o fiscali e di trattati. Pezzi di carta: la soluzione non arriva dall’alto ma dalla somma dei cambiamenti nei comportamenti di ciascuno di noi”. Insomma dobbiamo tutti assumerci delle responsabilità, senza temere chissà quali disagi.

    Impegnato da oltre vent’anni sul tema dei cambiamenti climatici, Mastrojeni insegna Ambiente e Geostrategia in vari atenei e all’inizio del 2021 ha pubblicato un libro, “Effetti Farfalla – 5 scelte di felicità per salvare il pianeta” (Chiarelettere editore), dedicato a confutare la percezione che vivere una vita sostenibile comporti eroici sacrifici.

    Bastano invece poche mosse per tutelare l’ambiente e riuscire persino a guadagnarci. “È dimostrabile come qualunque mutamento di stile di vita e di consumo verso un’armonia con il territorio regali maggiore benessere e più soldi nel portafogli”, spiega l’esperto a TPI. “Tutto questo non può dipendere solo dai governi ma tocca a noi. E sarebbe paradossale se optassimo per l’inazione pur di non pagarne il prezzo, visto che alla fine staremmo meglio”.

    Continua a leggere l’articolo sul settimanale The Post Internazionale-TPI: clicca qui
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