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    Conferenza nazionale sul clima 2022: tre proposte per la lotta all’emergenza climatica in Italia

    Conferenza Nazionale sul clima 2022, Auditorium Ara Pacis, Roma, 14 luglio 2022

    Legge per il clima, rinnovabili e nuovi posti di lavoro green: la roadmap di Italy For Climate per vincere la sfida energetica e ambientale in Italia presentata all'appuntamento più importante a livello nazionale dedicato al clima

    Di Clarissa Valia
    Pubblicato il 14 Lug. 2022 alle 19:45

    Non si è parlato solo di crisi di politica oggi a Roma, ma anche (e per fortuna) di crisi energetica e climatica. Infatti, mentre al Senato era in corso la votazione sul decreto Aiuti (boicottata dal M5s, aprendo di fatto una crisi di governo) non lontano da Palazzo Madama, nell’auditorium del museo dell’Ara Pacis si è svolta la terza Conferenza nazionale sul clima, quest’anno incentrata su “Crisi energetica e climatica: la nuova roadmap per l’Italia”.

    La caduta del seracco sul ghiacciaio della Marmolada dello scorso 3 luglio ci ha ricordato che il cambiamento climatico non si ferma perché c’è un virus, una guerra o una crisi di governo in corso. È il riscaldamento globale che detta i tempi. Ed è per questo che proprio “la lotta al cambiamento climatico e l’obiettivo della neutralità climatica al 2050 sono la priorità, da cui dipendono il futuro e l’economia del nostro Paese”, ha detto Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, promotore di “Italy For Climate”,e già ministro dell’Ambiente, in apertura dell’incontro. 

    Nel corso della conferenza sono state presentate tre proposte a governo, istituzioni, imprese e cittadini per intervenire concretamente e velocemente nella lotta ai cambiamenti climatici: • raggiungere l’85% della produzione elettrica nazionale attraverso fonti rinnovabili (oggi è circa al 40%) entro il 2030; • ripensare il Superbonus dell’edilizia, per elettrificare 3 milioni di abitazioni in tre anni, con un risparmio di risorse pubbliche e un innalzamento dei benefici ambientali connessi; • mobilitare i cittadini, con “Faccio la mia parte”, una campagna per incidere molto e velocemente sui consumi di energia attraverso i comportamenti individuali. Le tre proposte elaborate da Italy for Climate porterebbero, secondo i calcoli, a un risparmio in tre anni di oltre 15 miliardi di metri cubi di gas (riducendo la dipendenza dell’Italia da altri Paesi) e un taglio di quasi 40 milioni di tonnellate di gas serra.  

    “​​Il riscaldamento globale è oramai una realtà con la quale dobbiamo fare i conti e a cui non possiamo dettare i tempi: per questo con Italy for Climate fin dall’inizio del nostro percorso abbiamo lavorato a una roadmap climatica per l’Italia, per fissare dei paletti su dove dobbiamo arrivare e stimolare un confronto tra le parti in causa su cosa e come fare per arrivarci” –  spiega Andrea Barbabella, coordinatore di Italy for Climate -. “Adesso dobbiamo trasformare questo momento difficile in una opportunità per accelerare la costruzione di un sistema energetico più efficiente, più rispettoso della salute del pianeta e delle persone e basato prioritariamente sulle risorse che abbiamo in casa nostra, come il sole o il vento”.

    Una legge per il clima
    A monte di tutto ciò l’urgenza che l’Italia, come già fatto da tutti i grandi paesi europei, si doti di una legge per il clima, che fornisca un quadro certo e vincolante da qui al 2050, definendo target specifici, anche a livello dei singoli settori produttivi, e azioni chiare e stabili. 

    L’Italia deve dotarsi quanto prima di una legge per il clima, come hanno già fatto Germania, Francia e Regno Unito, per varare misure concrete di adattamento al cambiamento climatico, coinvolgendo i diversi settori e i territori. – spiega ancora Edo Ronchi – Abbiamo accumulato 30 anni di ritardi e, a causa dello scarso impegno nella riduzione delle emissioni, subiamo già oggi ingenti danni: incendi, siccità, eventi meteorologici estremi sono conseguenze gravi davanti agli occhi di tutti”.

    Il Governo italiano deve varare misure necessarie per far ripartire l’efficienza energetica e raddoppiare in pochissimi anni la produzione di energia da fonti rinnovabili. Fonti rinnovabili che in Italia non crescono dal 2014. Ma non solo: nel 2021 abbiamo installato di gran lunga meno rinnovabili di qualsiasi altro Paese europeo.

    Addio al nucleare
    C’è chi ribatte che per risolvere la crisi energetica si potrebbe ricorrere anche al nucleare. Ipotesi esclusa fermamente da Ronchi: “Si parla molto di un ritorno al nucleare, però i problemi sarebbero due e abbastanza concreti: sentiamo spesso di questi nuovi reattori nucleari, ma sarebbero pronti non prima del 2035, bel oltre la data limite per vincere la sfida climatica”. E sui costi, l’ex ministro aggiunge: “Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia oggi in Europa il kilowattora da nucleare costa circa il triplo di quello da fotovoltaico ed eolico a terra, con previsioni al 2050 di aumento fino a cinque volte tanto, con costi in Italia ancora maggiori, perché non disponiamo di filiere produttive nazionali sul nucleare”.

    Nuovi posti di lavoro
    Realizzare gli obiettivi della Roadmap di Italy for Climate consentirebbe all’Italia anche di ridurre notevolmente la dipendenza energetica dall’estero, e di promuovere nuovi posti di lavoro nelle filiere della green economy collegate alla transizione energetica. Inoltre, “lo sviluppo delle rinnovabili potrebbe portare da qui al 2030 a 470 mila posti di lavoro in più rispetto a quelli oggi esistenti”, ha ricordato sul palco della conferenza Francesco La Camera, presidente dell’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili (Irena). 

    La transizione presenta, infine, implicazioni sociali rilevanti. La conferenza è stata l’occasione per affermare come gli interventi in favore di rinnovabili ed efficienza energetica possono aiutare le fasce sociali più deboli, specie nel contesto di oggi nei quali i prezzi dell’energia sono molto elevati. Accompagnare la transizione energetica con misure appropriate potrebbe non solo renderla socialmente accettabile ma addirittura pienamente socialmente desiderabile.

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