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Perché le compagnie aeree allungano i voli di proposito? Colpa del “padding”

Crediti: Getty
Di Cristina Migliaccio
Pubblicato il 13 Apr. 2019 alle 13:07

Viaggiare in aereo a volte è un grande rischio. Quante volte è capitato che le compagnie aeree cancellassero voli da un momento all’altro? Tante, troppe volte.

E, invece, vi siete mai chiesti perché le compagnie aeree allungano di proposito la tratta dei voli? C’è una motivazione per questo fenomeno e risponde al nome di “padding“.

Se dieci anni fa una tratta aerea impiegava minor tempo, ad oggi l’unica spiegazione accettabile è il padding (in inglese significa letteralmente imbottitura). Chi è un abitudinario dei viaggi in aereo avrà notato che negli ultimi anni alcuni tempi di percorrenza sono stati allungati. Si tratta di un sistema preciso che nel corso del tempo ha permesso di raccogliere dati sui frequenti ritardi delle linee aeree.

Le tratte maggiormente soggette a ritardi hanno scelto di indicare un tempo di percorrenza maggiore per offrire un margine di ritardo minimo e conveniente. In genere, i voli vengono considerati in orario se non mostrano un ritardo maggiore a 15 minuti.

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Al momento della prenotazione, il tempo di percorrenza stimato talvolta è maggiore rispetto a quello effettivo. Questo vuol dire che si ha la possibilità di poter arrivare puntuali anche quando la partenza avviene in ritardo.

Una falsa puntualità, dunque, che in realtà mette sul piatto della bilancia il fattore “ritardo” che i passeggeri odiano profondamente.

Il padding è un sistema di tutela per le compagnie aeree che vanno incontro a richieste di risarcimento dovute a gravosi ritardi.

Ad esempio, nel 1996 la tratta aerea Londra Heathrow-Dublino richiedeva tra i 60 e i 74 minuti. Oggi, la stessa tratta prevede un percorrenza che va dai 75 agli 89 minuti. La stessa cosa vale per i voli intercontinentali: i voli  che partono da Londra per arrivare a JFK di New York nel 1996 impiegavano 7 ore e 30, mentre oggi superano le otto ore di viaggio.

Un cambiamento che può dipendere anche dalle lunghe procedure di rullaggio e decollo, di cui i passeggeri non dovrebbero essere a conoscenza anche se è poi trapelata dai dati raggruppati negli ultimi decenni.

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