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Tour de France 2022: ai canadesi piacciono i Pirenei

Di Simone Gambino
Pubblicato il 19 Lug. 2022 alle 19:22 Aggiornato il 19 Lug. 2022 alle 19:23

Il canadese Hugo Houle (Israel Premier Tech) ha vinto per distacco la sedicesima tappa del 109° Tour de France, la prima del trittico pirenaico, che ha portato la carovana gialla da Carcassone a Foix lungo 179 chilometri. Già terzo a Saint Etienne, nella frazione vinta da Mads Pedersen (Trek Segafredo), Houle ha preceduto di 1’10” sul traguardo il francese Valentin Madouas (Groupama FDJ) ed il connazionale, oltreché compagno di squadra, Michael Woods (Israel Premier Tech). Resta immutata la classifica generale con il danese Jonas Vingegaard (Jumbo Visma) che conserva la maglia gialla con un vantaggio di 2’22” sullo sloveno Tadej Pogacar (Team UAE Emirates) e di 2’43” sul terzo in classifica, il gallese Geraint Thomas (Ineos Grenadiers).

Dopo tante giornate emozionanti, per la prima volta oggi il Tour de France 2022 ha deluso le attese. La fuga creatasi dopo metà corsa era paragonabile alla composizione di un governo d’unità nazionale secondo il manuale Cencelli. Ne facevano parte i seguenti corridori: Brandon McNulty (Team UAE Emirates), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies), Simon Geschke (Cofidis), Simone Velasco (Astana Qazaqastan), Nils Eekhoff (Team DSM), Mikkel Honorè (Quick Step Alpha Vinyl), Tony Gallopin (Trek Segafredo), Dani Martinez (Ineos Grenadiers), Wout Van Aert e Nathan Van Hooydonck (Jumbo Visma), Hugo Houle e Michael Woods (Israel Premier Tech), Damiano Caruso e Dylan Teuns (Bahrain Victorious), Aleksandr Vlasov e Felix Grossschartner (Bora Hansgrohe), Matteo Jorgenson e Gorka Izagirre (Team Movistar), Maxime Bouet e Lukasz Owsian (Arkea Samsic), Neilson Powless e Stefan Bissegger (EF Education Easy Post), Alexis Gougeard e Cyril Barthe (B&B Hotels KTM), Tim Wellens e Philippe Gilbert (Lotto Soudal), Michael Storer, Olivier Le Gac e Valentin Madouas (Groupama FDJ). Unico motivo d’interesse era la presenza di Vlasov, staccato di 10’32 dalla maglia gialla alla partenza da Carcassone. Per questo motivo la Jumbo Visma trovava collaborazione nel tirare il gruppo da Ineos Grenadiers e, in misura minore, Arkea Samsic, ma non certo dalla UAE Emirates.

Gli attaccanti si presentavano con un vantaggio di 7’30” all’attacco del Port de Lers, GPM di prima categoria posto a 75 chilometri dal traguardo. A questo punto partiva l’elvetico Bisseger, seguito da Caruso. Rientravano gradualmente sui due anche Storer, Woods, Van Aert, McNulty, Jorgenson e Geschke. Era quest’ultimo a transitare per primo sotto il GPM consolidando così la sua maglia a pois. In discesa si accodavano Vlasov, Teuns, Izaguirre e Houle. Nel frattempo, Pogacar, senza successo, tentava l’attacco alla maglia gialla, sia in salita che in discesa. Davanti, all’imbocco della salita conclusiva il Mur de Peguere, Houle scattava. Diversi, a turno, tentavano d’andargli dietro ma nessuno aveva le gambe per riprenderlo. Dietro, tra gli uomini di classifica, cedevano Adam Yates (Ineos Grenadiers) e Romain Bardet (Team DSM). Gli ulteriori piani d’attacco di Pogacar subivano un colpo decisivo quando un incidente meccanico toglieva di mezzo il suo scudiero, Rafal Majka (Team Uae Emirates). Preso atto che non era giornata, il ragazzo di Komenda si piazzava alla ruota di Vingegaard, rinviando a domani i propositi bellicosi. Houle, intanto, arrivava in solitudine a Foix, dedicando la vittoria, con il dito rivolto al cielo, al fratello Pierrick, scomparso dieci anni fa, travolto in bicicletta da un automobilista ubriaco.

Domani si replicherà sui Pirenei. Saranno poco meno di 130 i chilometri, brevi ed intensi, che porteranno i corridori da Saint Gaudens all’arrivo in salita di Peyragudes. I primi 50 saranno pianeggianti. Dopodiché, senza un metro di pianura si affronteranno nell’ordine il Col d’Aspin, 12 chilometri al 6,5% di pendenza media, l’Horquette Ancizan, 8 chilometri al 5%, e Val Louron, 11.000 metri al 6.8%, dalla cui vetta mancheranno soltanto 20 chilometri al traguardo. La breve discesa farà da prologo alla scalata conclusiva, 8 chilometri al 7.8%, alla fine della quale dovremmo tutti avere le idee più chiare sul destino di questa edizione della Grande Boucle.

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