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Tour de France 2019, undicesima tappa: e se Alaphilippe arrivasse fino a Parigi…

Caleb Ewan taglia il traguardo della tappa numero 11 del Tour de France 2019 (Credits: Anne-Christine POUJOULAT / AFP)

Il commento di TPI alla tappa di oggi della Grande Boucle

Di Simone Gambino
Pubblicato il 17 Lug. 2019 alle 20:40 Aggiornato il 17 Lug. 2019 alle 20:41

Tour de France 2019, cosa è successo nell’11esima tappa: il commento di TPI

Non si fa mancare niente questo Tour de France 2019 nella tappa numero 11, 167 km da Albi a Tolosa. Il percorso di avvicinamento ai Pirenei, l’unica puntata ad occidente di questa edizione è proseguito secondo un copione ormai consolidato che, in aggiunta alla fuga di giornata prevede un colpo di scena nel finale.

Per cui, andata via in partenza l’immancabile evasione, effettuata nello specifico dal quartetto Anthony Perez e Stéphane Rossetto (Cofidis), Lilian Calmejane (Total Direct Energie) e Aimé De Gendt (Wanty-Groupe Gobert), a 30km dall’arrivo accadeva il patatrac.

TUTTO QUELLO CHE C’È DA SAPERE SUL TOUR DE FRANCE 2019

Con i fuggitivi ormai nel mirino del plotone, mega caduta a centro gruppo. Quintana e Porte sono gli uomini di classifica coinvolti ma, per loro fortuna, riescono a rientrare nel giro di qualche  chilometro. A farne le spese sono soprattutto in due: Niki Terpstra, costretto al ritiro, ed il nostro Giulio Ciccone che arriverà al traguardo malconcio con più di dieci minuti di ritardo uscendo così di classifica.

Nella volata di Tolosa, esaltante testa a testa tra Caleb Ewan e Dylan Groenewegen, con il diavoletto tasmaniano dagli occhi a mandorla che riesce a prevalere per una decina di centimetri sul frisone.

LA CLASSIFICA GENERALE DEL TOUR DE FRANCE 2019

Domani primo assaggio dei Pirenei con l’arrivo a Bagnerres de Bigorre, località che ha segnato nel bene e nel male la storia del ciclismo italiano. Fu qui che nel 1965 Felice Gimondi conquistò definitivamente la maglia gialla che portò fino a Parigi ed è sempre nella località degli Alti Pirenei che più recentemente, nel 2008 per la precisione, Riccardo Riccò fece sognare il ciclismo italiano con un’impresa che nel giro di 48 ore si trasformò in un incubo dopo che fu riscontrata la sua positività al CERA.

Tornando alla tappa di domani, lunga 209 km, essa non presenta difficoltà nei primi 130 km. A questo punto cominceranno le asperità costituite da due colli di prima categoria: nell’ordine il Col de Peyresourde, 13,2 Km con pendenze medie al 7%, seguito dalla Hourquette d’Ancizan, lunga 9,9 Km in media al 7,5%.

Sembra una tappa fatta su misura per la maglia gialla, Julien Alaphilippe, che sicuramente vorrà rimpolpare con gli abbuoni, e forse qualche secondo rubato all’arrivo, il primato in classifica onde poter rintuzzare al meglio l’attacco che gli porterà Geraint Thomas nella cronometro di Pau in programma dopodomani, venerdì 19 luglio.

È da sabato scorso, riconquista della maglia gialla da parte di Alaphilippe a Saint Etienne, che una vocina nella testa mi dice che questo campioncino potrebbe essere il predestinato a riportare la vittoria finale in Francia dopo 34 anni, l’ultimo successo transalpino essendo stato quello di Bernard Hinault nel 1985.

In soccorso è giunta una voce ben più autorevole della mia: quella del mio mentore a livello ciclistico Silvio Martinello che anche lui non esclude che sia l’anno buono per Julien. A tal riguardo, ho ricordato a Silvio il Giro d’Italia vinto da Chioccioli nel 1991 in cui lui era in corsa e vinse anche una tappa a Castelfranco Veneto.

Ebbene, la storia potrebbe ripetersi con il francesino, vincitore ai Campi Elisi a sorpresa proprio come lo fu il Coppino a Milano. Intanto, pregustiamoci la tappa di domani.

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