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Scherma, Di Francisca critica Errigo e il ct e viene sommersa dagli attacchi

Di Enrico Mingori
Pubblicato il 30 Lug. 2021 alle 11:16 Aggiornato il 30 Lug. 2021 alle 11:19

Diventano un caso le parole pronunciate dall’ex schermitrice italiana Elisa Di Francisca dopo la sconfitta della Nazionale italiana nel fioretto in semifinale delle Olimpiadi di Tokyo 2020. Di Francisca ha criticato il ct Andrea Cipressa e in particolare la scelta di affidare l’ultimo assalto ad Arianna Errigo, ritenuta da lei troppo emotiva nelle gare importanti. E le sue considerazioni hanno sollevato un vespaio di polemiche.

“Forse l’ultimo assalto in semifinale avrebbe dovuto farlo Alice Volpi. Arianna Errigo è fortissima sia fisicamente che tecnicamente, ma soffre le gare importanti, soprattutto le Olimpiadi. Lo abbiamo visto ai Giochi di Rio e anche qui a Tokyo: è un peccato perché oggi le altre ragazze hanno tirato bene e invece Arianna, che dovrebbe essere la punta della squadra, è mancata nel momento decisivo”, ha dichiarato all’Adnkronos Di Francisca, oro a Londra 2012 e Argento a Rio 2016 (in entrambi i Giochi era compagna di squadra di Errigo).

“Cipressa non è all’altezza per essere il ct del fioretto. Lo dicono i risultati”, ha aggiunto l’ex schermitrice. “Serve una personalità più forte. A Londra con Cerioni come ct prendemmo tre ori e 5 medaglie. Io non so se Stefano sia disponibile a tornare, ma lui sarebbe il più indicato a ricoprire quel ruolo”.

Di Francisca ha ribadito la sua opinione anche in tv, interpellata durante il programma Il circolo degli anelli, su Rai2: “Mi hanno chiesto un parere e io ho detto quello che penso”, ha spiegato.

Ma la sua uscita non è piaciuta a molti nell’ambiente. “Queste dichiarazioni sono disgustose”, le ha risposto sempre su Rai2 Julio Velasco, il leggendario ex ct della Nazionale italiana di volley. “Il problema non è se ha ragione o non ha ragione, se quell’atleta ha problemi nei momenti decisivi o no, è disgustoso il momento e il fatto di parlare così di una collega e di un allenatore gratuitamente. Sembra che adesso cercare di essere buoni sia un difetto”.

“L’educazione si basa sul reprimere cose che fanno male agli altri o che non fanno bene alla comunità”, ha aggiunto Velasco. “E questo, sicuramente, non fa bene alla scherma, non fa bene allo sport. In un momento in cui stanno soffrendo vai a mettere il dito nella piaga, proprio tu, che hai fatto quell’attività e sai cosa si prova”.

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