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Schumacher si è svegliato, sta meglio “ma non può farsi vedere in pubblico”

Di TPI
Pubblicato il 2 Gen. 2019 alle 18:10 Aggiornato il 2 Gen. 2019 alle 20:36

Michael Shumacher si è svegliato. Sta meglio. Ma non può farsi vedere in pubblico. A spiegare la situazione dell’ex pilota di Formula 1 a cinque anni dal grave incidente sciistico di Meribel è la Blid che, attraverso un’intervista al neurobiologo del Max Plank Institut, Tobias Bonhoffer, spiega i motivi del “mistero”.

“La rottura del tessuto nervoso nel cervello o nel midollo spinale non sono riparabili”. E nel caso di un grave danneggiamento del cervello, come accaduto a Schumacher, “non ci sono sufficienti cellule nervose a disposizione che possano svolgere il lavoro delle altre”.

Sarebbero dieci, secondo la Bild, gli esperti di riabilitazione a servizio della famiglia Schumacher: “Per farlo sentire ‘vivo’”, racconta il giornale tedesco, “al campione simbolo della Ferrari “viene spesso fatto ascoltare il rombo del motore della sua vecchia monoposto”.Confermate quindi le indiscrezione di metà dicembre della stampa inglese secondo cui Schumacher “sta meglio”, “non è più attacco ai macchinari” ma “per le condizioni in cui versa, obbligato sulla sedia a rotelle” non si fa vedere in pubblico.

La stampa inglese ha riportato poi le dichiarazioni del presidente della Fia, e soprattutto amico personale di Schumi dai tempi della Ferrari, Jean Todt che aveva detto di aver visto con lui in tv il Gp del Brasile. 

Il cinque volte campione del mondo “vive in un’ala appositamente attrezzata nella sua villa di Gland” in Svizzera, vicino al lago di Ginevra.

> QUI CORINNA SCHUMACHER: “MICHAEL E’ UN GUERRIERO”

Il campione tedesco avrebbe anche guadagnato peso, arrivando ad avere piena consapevolezza di cosa gli succede intorno. Tuttavia, in futuro Schumacher potrebbe essere trasferito in una clinica di Dallas, in Texas, specializzata in trattamento di lesioni cerebrali, per ultimare le fasi della sua riabilitazione.

Quel che sembra certo è che Schumacher, protagonista nel 2013 del tragico incidente con gli sci sulle piste di Meribel, in Francia,  non avrebbe più bisogno né del respiratore artificiale, né di restare sdraiato a letto.

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