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    Portogallo, Coentrao rinuncia al Mondiale: “Non sono nelle condizioni di affrontarlo”

    Il difensore del Portogallo Fabio Coentrao

    La decisione annunciata sui social

    Di Anton Filippo Ferrari
    Pubblicato il 15 Mag. 2018 alle 10:51 Aggiornato il 10 Set. 2019 alle 17:10

    In molti farebbero di tutto per giocare un Mondiale. Ma c’è anche chi al Mondiale avrebbe il posto assicurato o quasi, ma chiede di non essere convocato. Si tratta di Fabio Coentrao, che ha appena annunciato via Facebook che non si renderà convocabile dal suo Portogallo per Russia 2018. Decisione già comunicata allo staff della nazionale portoghese la scorsa settimana e ora resa pubblica.

    Una scelta che lascia perplessi, anche perché potrebbe essere l’ultima occasione per il terzino dello Sporting Lisbona, in prestito dal Real Madrid, di giocare i Mondiali. Ma come è maturata questa decisione?

    “Non mi sento nella condizione adatta per poter affrontare una competizione importante come un mondiale”, le parole di Coentrao che lasciano comunque spazio all’interpretazione. Parliamo di condizione fisica o psicologica?

    Durante tutta la stagione allo Sporting il terzino portoghese ha più volte mostrato una certa fragilità di nervi. In un paio di occasioni, dopo una sostituzione, è addirittura scoppiato in lacrime in panchina e in una di queste ci è voluto il presidente dello Sporting Lisbona per consolarlo.

    In più il rapporto con i tifosi è degenerato. A febbraio Coentrao ha infatti subito una forte contestazione da parte dei supporter biancoverdi.

    A tutto questo vanno sommati i problemi fisici. In particolare la fragilità muscolare che ha impedito al calciatore del Real Madrid di esprimere a pieno il suo potenziale.

    Insomma, la decisione ormai è presa: Coentrao non se la sente di giocare il Mondiale di Russia 2018. Decisione che sta facendo discutere ma che, sicuramente, va rispettata. Nessuno come un atleta è in grado di sentire il proprio corpo e capirne l’efficienza atletica. Ma sopratutto rinunciare a un Mondiale all’età di 30 anni non è da tutti.

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