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Parigi Roubaix 2021: non sarà “La Pascale” ma resta sempre la regina delle corse

Credit: ANSA
Di Simone Gambino
Pubblicato il 2 Ott. 2021 alle 12:57 Aggiornato il 2 Ott. 2021 alle 12:57

Domani, domenica 3 ottobre 2021, per la prima volta in 118 edizioni, si corre la Parigi – Roubaix, in versione autunnale. La corsa delle pietre, proprio come Wimbledon, evento a cui è legato a filo doppio per l’anacronistica unicità, ha saltato l’edizione 2020 nonostante il vano rinvio dall’originaria data primaverile a domenica 25 ottobre. Il posticipo di sei mesi essendosi ripetuto anche quest’anno, fortunatamente domani si correrà.

E’ previsto brutto tempo, un fattore che renderà ancora più duri i 258 chilometri da Compiegne allo storico velodromo, teatro per eccellenza dell’atto conclusivo della storia ultracentenaria di questa corsa. I primi 100 chilometri saranno interlocutori con il leggendario pavè che verrà incontrato per il primo dei 30 tratti previsti, per un totale di 55 chilometri, a Troisvilles. Sarà, tuttavia, il dodicesimo settore, quello della Foresta d’Arenberg ai meno 100 dall’arrivo che aprirà le ostilità tra i pretendenti al successo finale. Da quel momento, le pietre prenderanno il sopravvento sull’asfalto ed i corridori, oltreché dagli avversari, dovranno guardarsi dalle forature, sovente decisive per il destino finale della corsa. Il quartultimo tratto di ciottoli, il rinomato Carrefour de l’Arbre a 20 chilometri dal traguardo, sarà il trampolino di lancio per chi vorrà tentare l’assolo decisivo, impresa riuscita a pochi negli ultimi anni.

Trenta mesi fa trionfò, a sorpresa, Philippe Gilbert (Lotto Soudal). Molto improbabile che il vallone possa ripetersi anche se il pronostico per domani pare assai incerto. Ai vertici delle quote dei bookmaker, troviamo gli eterni duellanti Wout Van Aert (Jumbo Visma) e Mathieu van der Poel (Alpecin Fenix) seguiti da dozzina di candidati tra i quali spiccano l’olandese Dylan van Baarle (Ineos Grenadier), argento domenica scorsa a Lovanio, il sempre imprevedibile slovacco Peter Sagan (Bora Hansgrohe) e il fiammingo Greg Van Avermaet (AG2R Citroen), vincitore nel 2017. Beppe Conti, uno che raramente sbaglia vede bene il tedesco Nils Politt (Bora Hansgrohe), sconfitto in volata da Gilbert al Velodromo nell’ultima edizione.

Personalmente, io vedo la Deceuninck Quick Step arbitra della corsa. Forte delle sue quattro punte, tutte comprese tra i primi dieci favoriti, il francese Florian Senechal, il danese Kasper Asgreen, il belga Yves Lampaert ed il ceco Zdenek Stybar, il Wolfpack potrà variare i suoi piani in corsa adattandosi meglio di chiunque altro ai continui mutamenti di scenario che sono tipici della Roubaix. Ristretta la presenza azzurra con il Campione d’Italia e d’Europa Sonny Colbrelli (Bahrain Victorious), sempre al meglio con il maltempo, Gianni Moscon (Ineos Grenadier) e Matteo Trentin (UAE Emirates) che tenteranno di cogliere le eventuali occasioni che si venissero a creare nelle pieghe della gara mentre Davide Ballerini (Deceuninck Quick Step), a dispetto dell’illustre cognome, soprattutto su queste strade, sarà sacrificato a proteggere nella prima parte di gara i suoi capitani.

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