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Paola Egonu: “Suonava l’inno e piangevo dal dolore”

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 16 Ott. 2022 alle 09:52 Aggiornato il 16 Ott. 2022 alle 16:51

Dopo il pianto e lo sfogo (ripreso da un tifoso) post Italia-Stati Uniti, partita che è valsa il terzo posto al Mondiale di volley, Paola Egonu ha rilasciato un’intervista a La Repubblica. La campionessa azzurra si è quindi sfogata: “Mi fa ridere pensare a persone che mi hanno chiesto perché sono italiana, mi chiedo perché con la maglia della Nazionale debba rappresentare persone del genere che mi scrivono queste cose. Io ci metto l’anima e il cuore, non manco mai di rispetto a nessuno e fa male”.

Continuerà con l’azzurro? “Questo ancora non si sa… Però sono felice di aver avuto questo Mondiale, la prossima estate si vedrà, spero di ripensarci perché abbiamo ancora tanto da fare con questa Nazionale. A gennaio vi farò sapere”. Solo uno stop, non un addio? “Mi farebbe piacere, spero che venga capito. Non sarebbe una forma di mancanza di rispetto, ma un modo per prendermi una pausa per me stessa e tornare a dare il meglio in campo. C’è chi dice che non merito la Nazionale invece il mio sogno è essere sul podio con questa squadra”. Però è un simbolo che si ferma, un annuncio forte. “Ma quando questo simbolo non va bene è il primo che viene attaccato. Sono una persona umana che ha bisogno ogni tanto di riprendersi mentalmente, perché è dura. Non è stato semplice scendere in campo, suonava l’inno e piangevo, per il dolore ma anche per quanto sono ferita. Direi che me lo merito”. Lei esce dal Mondiale come “best attacker” e “best scorer” (244 punti). “Ma per me è secondario, sono molto fiera perché ci sono le mie compagne, senza di loro non sarei nessuno. Sono grata di avere loro, che mi supportano e capiscono che una così giovane, una bimba, può avere dei miei momenti in cui va giù”.

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