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Giro di Lombardia 2022: Tadej si conferma Re di Lombardia

Tadej Pogacar. Credit: Giorgio Ialenti
Di Simone Gambino
Pubblicato il 8 Ott. 2022 alle 18:20 Aggiornato il 8 Ott. 2022 alle 18:29

Lo sloveno Tadej Pogacar (UAE Emirates) ha vinto il 116° Giro di Lombardia sconfiggendo, al termine d’una serrata volata, lo spagnolo Enric Mas (Team Movistar) sul traguardo di Lungolario Trento a Como. Al terzo posto si è classificato, staccato di dieci secondi, il basco Mikel Landa (Bahrain Victorious). Questa la sentenza emersa al termine di 253 chilometri avvincenti che ha rovesciato quella d’una settimana fa al Giro dell’Emilia, quando il maiorchino era riuscito a staccare il campione di Komenda sulle crudeli rampe che da Porta Saragozza portano al Santuario di San Luca.

Credit: Giorgio Ialenti

La corsa si è inizialmente incentrata su una lunga azione di dieci ardimentosi che, partiti dopo 15 chilometri, sono stati ripresi all’inizio della salita del Ghisallo quando ne mancavano 70 all’arrivo dopo aver raggiunto un vantaggio di massimo di cinque minuti. Cominciava a questo punto la gara vera con la Jumbo Visma che tentava di fare selezione sul Ghisallo solo per venire soppiantata, a metà salita, dalla UAE Emirates che, invece, il gruppo lo spaccava per davvero. Si presentavano così solo 35 corridori al passaggio sotto lo striscione del traguardo, all’inizio dell’anello finale, quando mancavano 22 chilometri all’arrivo.

Sul Civiglio cedevano subito Vincenzo Nibali ed Alejandro Valverde, simboleggiando così il loro addio alle corse. Attaccavano, invece, tentando di rompere l’egemonia UAE, prima Landa e poi Mas, con il solo risultato di portarsi dietro Pogacar. Mas scattava ripetutamente mettendo in crisi il basco che cedeva definitivamente sulla seconda ascesa al San Fermo. Il corridore delle Baleari le provava tutte per sconfiggere il fuoriclasse sloveno, prima in salita e poi in volata. Il Pogacar di oggi, però, non era battibile.

Tadej faceva così la sua doppietta, la sesta di questo millennio nella corsa delle foglie morte dopo Michele Bartoli, Paolo Bettini, Damiano Cunego, Philippe Gilbert e Joaquin Rodriguez. L’anno prossimo, sicuramente, tenterà di riscrivere la storia, avvicinandosi ulteriormente al poker realizzato da Fausto Coppi negli anni immediatamente successivi alla seconda guerra mondiale.

Credit: Giorgio Ialenti
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