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    Il calciomercato austero e la fine delle illusioni

    Credit: Pixabay
    Di Stefano Mentana
    Pubblicato il 10 Lug. 2023 alle 17:32 Aggiornato il 14 Lug. 2023 alle 17:34

    Come ogni estate, anche in questo 2023 si è aperta la stagione del calciomercato, un momento in cui i tifosi di tutto il mondo sognano di vedere nuovi campioni con la maglia della propria squadra di calcio, attendono trepidanti con in mano un quotidiano sportivo per sapere chi sarà il prossimo centravanti di cui gridare il nome dalle gradinate dello stadio o il nuovo portiere che salverà la squadra dai goal degli avversari.

    Purtroppo, però, non tutti i calciatori si riveleranno sempre i campioni che ci si aspetta e oltre alle soddisfazioni per i nuovi acquisti possono arrivare le delusioni per alcune cessioni o per i mancati arrivi. Sensazioni che purtroppo, in Italia, sono sempre più frequenti, in un calcio in cui il nostro Paese da centro globale di questo sport si sta defilando sempre di più, scalzato dai petroldollari degli sceicchi e da campionati in cui girano sempre più soldi.

    Dopo decenni in cui è stato possibile immaginare l’arrivo in Italia del gotha calcistico, l’acquisto dei grandi campioni – o dei “top player”, come si dice oggi – si è man mano ridotto, e quei pochi di livello così alto ad arrivare si sono rivelati per le società un costo difficile da gestire. Ci sarebbero poi i talenti italiani, spesso sottovalutati ma ben presenti e in crescita, che però trovano sempre più spazio fuori dal nostro Paese, permettendo ai nostri club di fare cassa.

    A questi fenomeni così radicati e cui assistiamo da anni, in questa estate 2023 se ne è aggiunto un altro, che è l’arrivo sul mercato in maniera più battagliera che mai dei club sauditi, fino ad oggi marginali ma che dall’acquisto di Cristiano Ronaldo stanno portando nel Paese fior di campioni a suon di milioni e di ingaggi fuori dalla portata di chiunque altro. E se fino a poco i petroldollari del Golfo attiravano principalmente calciatori a fine carriera, quest’anno la grande novità sembra la volontà di portare nel campionato giocatori ancora nel fiore della carriera calcistica che potrebbero contribuire all’appeal e alla competitività di un campionato al momento marginale.

    Una serie di elementi che tuttavia porta i tifosi italiani in una condizione di fine delle illusioni. Non più il sogno di portare palloni d’oro o grandi campioni nel nostro Paese, ma sperare che non arrivi il ricco club inglese o il campionato saudita a comprare i nostri beniamini. Non essere pronti a spendere fior di milioni per un calciatore, ma attenti al mercato degli svincolati e dei parametri zero, così da permettere alla nostra squadra di fare il possibile per non mettere mano alle casse. E così, rassegnarsi al fatto che il nostro calcio non sembra avere più la centralità di una volta, nonostante le tre finali delle coppe europee dimostrano che le basi per fare meglio ci sono tutte.

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