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Calcio e business, quando il Covid fa l’assist all’investitore

Le società sportive (quasi) azzerati i ricavi da merchandising e vendita biglietti perdono valore e attraggono sempre di più l’interesse di fondi di private equity

Di Redazione TPI
Pubblicato il 12 Mar. 2021 alle 17:32 Aggiornato il 8 Lug. 2021 alle 18:01

La pandemia da Covid-19 ha comportato un inevitabile contraccolpo anche per il mondo dello sport. Società e leghe sportive hanno assistito a una riduzione dei propri ricavi dovuta alla mancata vendita di biglietti e prodotti del merchandising, nonché dalla riduzione o sospensione delle attività commerciali, di marketing ed eventi.

Il recente rapporto “The European Champions Report 2021” di Kpmg Football Benchmark stima una diminuzione complessiva di oltre 1 miliardo (-13,9%) dei ricavi operativi totali per le 20 principali squadre di calcio europee nella scorsa stagione, 2019-2020, a causa del Covid-19. A causa delle partite annullate o disputate a porte chiuse, gli incassi derivanti dai match sono crollati. Le perdite maggiori segnalate sono per il Real Madrid (-34,9 mln con un calo del 22% su base annua) e la Juventus (-21,9 mln, calo del 31%). Ma anche l’aggregato del valore di mercato dei 500 calciatori più preziosi è diminuito del 9,6% tra febbraio 2020 e gennaio 2021.

Mancati introiti che, come si vede, hanno portato a una inevitabile svalutazione degli asset societari diventati così ben presto target appetibili per gli investitori – commenta Riccardo Giacomin, avvocato dello studio legale Rödl & Partner – Con la pandemia, infatti, si è accentuata nel settore della sport industry la tendenza dei fondi di private equity a spostare la propria attenzione dalle aziende produttive di beni e servizi alle società sportive rights holders e leghe, così da diversificare gli investimenti e compiere operazioni di acquisizioni e rivendite con buone prospettive di marginalità; attraverso l’apporto di capitale di rischio, ma anche con lo svolgimento di attività collaterali come la costruzione di infrastrutture e l’apertura di nuovi mercati”.

Quella che il mondo sportivo sta vivendo è una vera e propria transizione dal mecenatismo familiare, basato sulla passione, all’investimento professionale che considera il mondo dello sport come un’importante asset class nel quale fare investimenti a medio termine.

Guardando al panorama italiano e nello specifico alla Serie A – illustra l’avv. Giacomin di Rödl & Partner – proprio al termine dello scorso anno l’assemblea di Lega ha dato il proprio assenso all’offerta economico-finanziaria, da 1,7 miliardi di euro, dei fondi Cvc-Advent-Fsi per acquisire il 10% della media company creata per gestire e commercializzare i diritti televisivi della massima serie calcistica italiana. Oltre oceano, è stata, invece, l’NBA, la lega di basket professionistica americana, a dare il suo benestare all’ingresso ai fondi di investimento private equity”.

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