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Cagliari-Juventus, i buu razzisti e l’esultanza di Kean: cosa è successo

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 3 Apr. 2019 alle 11:38 Aggiornato il 3 Apr. 2019 alle 11:41

Cosa è successo ieri sera a Cagliari? Durante la sfida di campionato tra i padroni di casa e la Juventus il giovane attaccante bianconero Moise Kean è finito nel mirino dei tifosi sardi.

I supporter rossoblù hanno preso di mira l’attaccante della Nazionale con fischi e qualche “buu” (razzista?). Il centravanti, dopo il gol (quello del definitivo 2-0) si è fermato sotto la curva dei tifosi avversari e, impassibile, ha allargato le braccia in segno di sfida. Gesto che, ovviamente, ha scatenato l’ira dei tifosi del Cagliari che hanno riempito di insulti e fischi Kean. È volato anche un bicchiere che fortunatamente non ha colpito il calciatore.

Dopo la partita poi Kean ha pubblicato la sua esultanza su Instagram con la didascalia: “Il modo migliore per rispondere al razzismo”.

Accusa che il presidente del club sardo Giulini ha voluto rispedire al mittente: “Mi dispiace perché ho sentito troppi moralismi. Se avesse segnato Bernardeschi sarebbe successa la stessa cosa. Fino al gol non era successo niente. Non strumentalizzate la cosa”.

“Kean ha sbagliato e me lo hanno detto anche i giocatori della Juve – ha proseguito il numero uno rossoblù -. Il Cagliari rifiuta le accuse di razzismo. Io ho sentito soprattutto dei fischi, sarebbero arrivati ugualmente a tutti gli altri giocatori. Se ci sono stati degli ululati sono da condannare”.

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Colpa di Kean? Colpa dei tifosi del Cagliari? Bonucci, compagno di squadra dell’attaccante bianconero, ha risposto così: “La colpa è al 50 e 50. Kean ha sbagliato, la curva ha sbagliato”, il lapidario commento a Sky Sport.

“Kean sa che quando si fa gol deve pensare a esultare con la squadra e basta, abbracciarci tutti insieme – ha poi sottolineato -. È stato un episodio e sa anche lui che poteva fare qualcosa di diverso e basta e guardiamo avanti. Sappiamo che noi dobbiamo essere d’esempio e guardare avanti, perché dobbiamo crescere tutti quanti, noi giocatori, come sistema calcio, anche in queste cose”.

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