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Sciopero Rai 17, 18 novembre: i motivi dell’agitazione sindacale

Di Anton Filippo Ferrari
Pubblicato il 17 Nov. 2022 alle 12:20 Aggiornato il 17 Nov. 2022 alle 12:25

Sciopero Rai 17, 18 novembre: i motivi dell’agitazione sindacale

Perché la Rai fa sciopero il 17 e 18 novembre 2022? Lo Snap, sindacato nazionale autonomo produzione tv, ha proclamato l’astensione delle prestazioni dell’intero turno di lavoro per tutto il personale Rai della Direzione Produzione Tv del Centro di produzione di Roma e di Produzione News sia in sede che in regime di trasferta sul territorio nazionale. In realtà l’agitazione è iniziata già alcune settimane fa, con la possibilità dei lavoratori di astenersi dagli straordinari, dalle prestazioni del “settimo giorno” e di non rispettare la reperibilità e gli anticipi turni in caso di “mancate coperture organiche”. Lo sciopero del 17 e del 18 novembre potrebbe mettere a rischio la messa in onda di alcune trasmissioni, in particolare quelle previste in diretta dagli studi Rai della Capitale (Tg compresi). Possibili quindi delle variazioni di palinsesto.

I motivi

Ma quali sono i motivi dello sciopero in Rai? Lo Snap ha proclamato lo sciopero del 17 e del 18 novembre 2022: “decadimento della qualità del lavoro nel CPTV di Roma minata ed erosa continuamente soprattutto da agenti esterni; clima di tensione vissuto dal dipendente nello svolgimento delle attività produttive dovuta alla cronica carenza di organico; fallimento della formazione professionale dei nuovi assunti, alcuni dei quali addirittura si dimettono e lasciano la Rai, formazione ridotta a mera formalità burocratica senza alcun tipo di attenzione alle inclinazioni professionali dei giovani e volta unicamente ad arginare la cronica carenza di organico; mancato riconoscimento del merito e della crescita professionale, relegato ormai alla simpatia e alla benevolenza dei singoli uffici o ancor peggio alla lottizzazione sindacale, arrecando danno al patrimonio professionale dell’azienda e una grave distorsione del metodo meritocratico; stravolgimento dei modelli produttivi e delle figure professionali ad uso e consumo degli uffici con conseguente confusione di ruoli livelli e responsabilità; aberrante gestione delle risorse umane che nega diritti e propina vessazioni; reiterata violazione degli istituti contrattuali che mirano unicamente a penalizzare economicamente il lavoratore; certa e incontrovertibile responsabilità della catena decisionale aziendale in ogni ordine e grado incapace e inadeguata ad assolvere il proprio compito specie in questi ultimi anni”.

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