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Sanremo 2021, cosa è successo nella quarta serata del Festival

Credit: Ansa foto
Di Antonio Scali
Pubblicato il 6 Mar. 2021 alle 02:06 Aggiornato il 6 Mar. 2021 alle 07:42

Sanremo 2021, cosa è successo nella quarta serata del Festival. Riassunto

Tanta tanta musica nella quarta serata del Festival di Sanremo 2021. Per la prima volta si sono esibiti tutti e 26 i Big in gara. Il secondo ascolto aiuta certamente a fissare meglio i brani e a farsi un’idea sui papabili vincitori. La sensazione generale è che quest’anno il livello musicale sia mediamente piuttosto alto. Canzoni di vario genere che strizzano l’occhio ai gusti dei più giovani, ma nel complesso non c’è nessun pezzo oggettivamente brutto o inascoltabile. Tra i più fighi e destinati ad avere lunga vita anche dopo il Festival sicuramente Musica leggerissima di Colapesce-Dimartino. Per la categoria “piacevoli scoperte”, almeno per il grande pubblico di Rai 1, La Rappresentante di Lista. Ma entriamo nel dettaglio di cosa è successo nella quarta serata di Sanremo 2021.

Si comincia dalle Nuove Proposte e dal primo verdetto di questa edizione. A vincere la finale dei Giovani è Gaudiano, con Polvere da sparo. Un brano sofferto  che il ragazzo dedica al padre, scomparso due anni fa. “Adesso lo sento qui con me”, ammette emozionato durante la premiazione. Madrina durante la gara dei Giovani è il direttore d’orchestra (al maschile, come da lei stessa richiesto) Beatrice Venezi. La co-conduttrice è invece la giornalista Barbara Palombelli. La signora Rutelli, stakanovista del piccolo schermo, porta sul palco dell’Ariston il suo stile algido, come il vestito che indossa. Poi si cimenta in un monologo sulla sua biografia e il ruolo delle donne. Non esattamente indimenticabile, poi con quella verve… Passiamo avanti.

Torna Zlatan Ibrahimovic che fa più o meno sempre lo stesso ruolo da burbero, alla Celentano de noartri. Aggiunge poco e tutto sommato potevano risparmiarcelo per quattro sere su cinque. Lo dico da milanista. Fiorello invece oggi è in particolare stato di grazia. Battute divertenti, valore aggiunto nel quadro di Achille Lauro, poi con l’amico Amadeus omaggia a modo suo Sabrina Salerno e Jo Squillo in Siamo donne. Ecco, due parole credo le meriti proprio Amadeus. Nonostante le critiche sugli ascolti e qualche inevitabile scelta sbagliata, gli va dato atto di essere un grande professionista della tv: sta facendo quasi un miracolo, mettendocela tutta, per confezionare uno spettacolo di livello con tutte le limitazioni che il contesto in cui viviamo impone.

Si accennava prima al quadro di Achille Lauro. Le sue esibizioni in questo Festival sono state un crescendo. Con l’inseparabile Boss Doms (con il quale scatta un nuovo bacio) e un grande Fiorello che si presta al gioco, confeziona la migliore performance, regalandoci le due canzoni da lui presentate nelle scorse edizioni del Festival, Rolls Royce e Me ne frego. Chapeau. Super ospite è Mahmood, divenuto celebre proprio sul palco di Sanremo, che propone un medley delle sue più belle canzoni, da Rapide a Soldi. Già il fatto che dopo due anni abbia diverse hit la dice lunga. Il ragazzo prometteva bene, ha vinto con merito, e sta mettendo a frutto il suo talento, dimostrandosi un artista completo. Continua così. Con quella di Elodie, la migliore esibizione degli ospiti. Nel corso della serata anche Alessandra Amoroso con Matilde Gioli e un bel messaggio per i lavoratori dello spettacolo, e il maestro Enzo Avitabile.

In generale questa quarta serata scivola via molto meglio delle precedenti. Ritmo, canzoni una dietro l’altro, niente spazi inutili. Annalisa canta bene ma non ha un pezzo che spacca ed è un peccato. Aiello continua ad urlare come un forsennato: manierismi alla Mengoni, scimmiotta le movenze di Mahmood, senza essere né l’uno né l’altro. Poi arrivano i Maneskin, ribelli e cattivi: per fortuna il rock è vivo e lotta insieme a noi. Noemi appare rigenerata, e non solo per la dieta. Glielo leggi negli occhi: ha un bel pezzo e può puntare al podio. Madame, la più giovane in gara, ha due attributi così. La rappresentante di lista tra i possibili outsider nelle zone alte della classifica. Willie Peyote canta la canzone più impegnata di questo Festival, ricordandoci dei tanti teatri e cinema ancora chiusi, e poi con quell’omaggio a Boris che gli vuoi dire? Malika Ayane sempre impeccabile e di classe.

Il brano che come dicevamo potrebbe spaccare anche dopo il Festival è Musica leggerissima. Mi ci vedo già a bere un mojito in spiaggia con Colapesce-Dimartino in sottofondo. Orietta vocalmente dà una pista a tanti colleghi più giovani: fa un brano nelle sue corde, senza tradire la sua storia. Michielin e Fedez dimostrano una grande sintonia. Federico si è sciolto e dal punto di vista musicale è cresciuto parecchio. Arisa è sempre vocalmente un metronomo, ed ha un bel pezzo scritto da Gigi D’Alessio, anche se parecchio sanremese. Trovate qualcuno che vi guardi come fanno i Coma_Cose: tenerezza. I ragazzi de Lo stato sociale si confermano irresistibili performer, una bella svegliata dopo il moscio monologo della Palombelli. Il brano però non è tra i migliori del loro repertorio.

Discorso simile per Gazzé: dopo il travestimento alla Silente di Harry Potter, oggi omaggia un altro genio folle come lui, Dalì. Anche in questo caso forse la canzone non è la più bella della sua carriera. Fasma è un giovanotto in gamba, un po’ emozionato, si farà. Irama, costretto a seguire il Festival da una camera d’albergo, ha uno dei brani più radiofonici di questa edizione. Extraliscio con Davide Toffolo sono al tempo stesso improbabili e meravigliosamente folli. Ghemon probabilmente non vincerà ma ha un gran bel pezzo. Francesco Renga neanche quello. Vorrei avere il coraggio di vestirmi come Gio Evan. Ermal Meta è bravo come pochi a unire pop e cantautorato: serio candidato alla vittoria, peccato che anche stavolta abbia cantato a tarda ora. Bugo migliora rispetto al primo ascolto. A Fulminacci gli si vuole bene, cantautore moderno. Gaia, che fino a poche ore prima dell’esibizione era afona, dà il massimo e tira fuori un bel tormentone. Random rimandato. Classifiche: in quella generale, a un passo dalla finale, continua a dominare Ermal Meta. Seguono Willie Peyote ed Arisa. Per la Sala Stampa, che ha votato durante la quarta serata, le maggiori preferenze vanno a Colapesce-Dimartino, secondi Maneskin e a seguire Willie Peyote. La resa dei conti è vicina.

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