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Sanremo 2020, la denuncia dei sindacati: “50 euro al giorno per i musicisti dell’orchestra”

"Prove estenuanti e tempi di lavoro interminabili: dalle 10 del mattino fino a fine diretta, spesso dopo la mezzanotte", la denuncia della Slc Cgil

Di Antonio Scali
Pubblicato il 6 Feb. 2020 alle 13:54 Aggiornato il 6 Feb. 2020 alle 20:06

Sanremo 2020, la denuncia dei sindacati: “50 euro al giorno per i musicisti dell’orchestra”

Appena 50 euro al giorno per i musicisti che compongono l’orchestra del Festival di Sanremo 2020. La polemica circola in questi giorni sul web dopo la denuncia dei sindacati, che segnalano ore di lavoro interminabili e stipendi bassi.

Se da un lato si discute per i ricchi compensi di conduttori e ospiti, dall’altro bisogna fare i conti con questa notizia che crea non poco scalpore, considerando quanto gli orchestrali siano fondamentali per la buona riuscita della kermesse.

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A denunciare le condizioni di lavoro dei membri dell’orchestra di Sanremo è un’inchiesta della testata SenzaFiltro, che ha intervistato alcuni dei musicisti che prendono parte a questa settantesima edizione. Per capire bene la questione, bisogna innanzitutto fare una distinzione tra l’Orchestra sinfonica stabile di Sanremo e gli strumentisti che sono Rai.

I primi sono pagati con sovvenzioni Statali, regionali in minima parte e comunali. Sovvenzioni che però nel corso degli anni sono calate, comprese le disponibilità della Rai. Così per gli orchestrali il tutto si traduce in un lavoro estenuante, che parte già dai primi di gennaio, quando i musicisti si ritrovano in una sede a Roma, a un mese dall’inizio del Festival.

Come hanno denunciato alcuni di loro, si lavora in media 10 ore al giorno, anche 11-12 nei giorni a ridosso della kermesse. In cambio uno stipendio non certo allettante, tanto che solo un quarto dell’Orchestra sinfonica stabile di Sanremo ha deciso di prendere parte a questo Festival.

Entrando più nel dettaglio dei compensi, ad essere meno fortunati sono soprattutto i cosiddetti “aggiunti”, vale a dire dei liberi professionisti con partita Iva che prendono parte a Sanremo frequentando periodicamente l’Orchestra sinfonica stabile.

In questo caso un aggiunto, pagato dall’orchestra stabile, percepisce 50 euro al giorno, 1.930 euro lordi per circa 40 giorni di lavoro. A questo va aggiunto un rimborso di 180 euro per l’intero periodo.

Come se non bastasse uno stipendio davvero misero considerata la responsabilità, lo studio e le ore di lavoro, la beffa è rappresentata dal fatto che questi soldi vengono corrisposti un anno dopo il Festival. Diversa è la situazione degli stabili nell’Orchestra che percepiscono lo stipendio fisso e un’aggiunta per il periodo sanremese, anche se anche per loro negli anni c’è stata una riduzione.

Una situazione che è stata denunciata dalla segretaria nazionale Slc Cgil Emanuela Bizi: “Ricchi cachet per artisti famosi e paghe vergognose per altri professionisti. Cinquanta euro al giorno è il compenso di molti musicisti che si esibiranno da oggi sul palco dell’Ariston”.

Prove estenuanti e tempi di lavoro interminabili: dalle 10 del mattino fino a fine diretta, spesso dopo la mezzanotte. Sono condizioni inaccettabili che – sottolinea la dirigente sindacale – svelano, ancora una volta, come dietro luci sfavillanti e giacche doppiopetto il mondo dello spettacolo in Italia non riconosca il lavoro degli artisti anche se, proprio sulle loro capacità e competenze, mette in piedi fruttuosi business”.

“Una situazione che, se possibile, appare ancora più grave quando a determinarla è la Rai, azienda che svolge il fondamentale compito di servizio pubblico, e che non può discriminare o non pagare adeguatamente tutti i suoi lavoratori, compresi gli artisti. Purtroppo – conclude la segretaria nazionale Slc Cgil – l’orchestra a Sanremo non suona una musica uguale per tutti”.

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