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Sanremo 2020, Achille Lauro veste i panni della Marchesa Luisa Casati Stampa

Crediti: Luca D'Amelio

Nel corso della quarta serata del Festival, il cantante ha sfoggiato un nuovo particolare outfit: ecco perché si è vestito così

Di Antonio Scali
Pubblicato il 8 Feb. 2020 alle 01:29 Aggiornato il 8 Feb. 2020 alle 09:40

Sanremo 2020, Achille Lauro veste i panni della Marchesa Luisa Casati Stampa

Continua a stupire Achille Lauro, il cantante in gara al settantesimo Festival di Sanremo, che anche nella quarta serata di oggi ha sfoggiato un nuovo particolarissimo abito. Dopo aver indossato una tutina femminile ed essersi truccato da David Bowie, nella sua terza apparizione sul palco dell’Ariston Lauro ha vestito i panni della Marchesa Luisa Casati Stampa.

La nobildonna, figlia di ricchi commercianti di tessuti vissuta a cavallo tra ‘800 e ‘900, è stata musa ispiratrice dei più grandi artisti dell’epoca, tra i quali Filippo Tommaso Marinetti, Fortunato Depero, Giacomo Balla e Man Ray. Grande mecenate, è stata di una delle protagoniste della bell’epoque a Venezia, città che scelse come il proprio palcoscenico.

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Lauro sceglie la Marchesa Casati perché amante dell’arte al punto di diventare essa stessa un’opera. Insofferente a regole e convenzioni, di cui – appunto – si è sempre fregata. “È un personaggio iconico e mistico. Musa inarrivabile, eterea e decandente”.

 

Lauro ha interpretato questo personaggio istrionico ed eclettico, scegliendo un look disegnato da Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci. In testa, uno scenografico copricapo di piume con inserti di cristalli. Sotto, un abito di chiffon nero completamente trasparente e dei collant tailor made, con motivo geometrico di cristalli neri.

A sorpresa, Lauro ha estratto da uno speciale guanto un rossetto Gucci con cui si è truccato le labbra. La figura della Marchesa Casati, con la sua vita controversa, è stata un personaggio di grande rottura e in anticipo sui tempi: performer prima della performing art. Si circondava di un’umanità complessa variegata, frequentando i massimi intellettuali dell’epoca ma anche la gente di strada, eccentrica al punto da diventare anch’essa un’icona.

La direzione creativa di tutte le performance è seguita personalmente dall’artista assieme a Nicoló Cerioni e la direzione del progetto è del manager Angelo Calculli.

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Crediti: Luca D’Amelio
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