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Rai, chi sono i conduttori che si oppongono al taglio degli stipendi

Carlo Conti e Fabio Fazio

Con l'arrivo della nuova stagione si discute il rinnovo di diversi contratti, ma le cifre percepite dalle star della tv pubblica non cambiano di un centesimo

Di Giulia Riva
Pubblicato il 27 Giu. 2019 alle 19:00

Rai stipendi conduttori | C’è chi dice no. Negli anni Ottanta era il titolo di una canzone di Vasco Rossi, oggi sembra l’atteggiamento più diffuso a viale Mazzini. Soprattutto quando si tratta della proposta, avanzata dall’amministratore delegato Fabrizio Salini, di ritoccare al ribasso di circa il 20 per cento gli stipendi delle star Rai.

Il meccanismo dell’infotainment  permette di aggirare il tetto massimo di 240mila euro annui stabilito come compenso massimo nella pubblica amministrazione e imposto anche ai dipendenti della televisione pubblica.

“Un tetto al compenso degli artisti non c’è e, in un sistema di libero mercato, non ha senso che ci sia. Ma all’interno di una politica generale di riduzione dei costi, chiederemo a tutti dei piccoli sacrifici”, aveva dichiarato l’ad qualche tempo fa nella Commissione parlamentare di Vigilanza. Ma pare che i big del piccolo schermo pagato con il canone non ci stiano a tirare la cinghia.

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Carlo Conti – Tra i primi a rispondere picche c’è Carlo Conti. Il contratto nella tv di Stato per lui – che dal 2015 al 2017 ha diretto con successo il Festival di Sanremo –  è scaduto a inizio giugno. Complici anche voci insistenti di offerte molto allettanti in arrivo da Mediaset, l’entità del suo stipendio non è stata messa in discussione: un milione e mezzo di euro all’anno fino al 2021. “Il mio compenso è già stato tagliato due volte nel corso degli ultimi due rinnovi, non mi sembra giusto continuare”, aveva detto lo showman toscano.

Fabio Fazio – La sforbiciata non s’ha da fare nemmeno per Fazio, pare. Se qualche settimana fa, dopo l’annuncio del passaggio a Rai 2 di Che tempo che fa e la cancellazione delle puntate del lunedì, sembrava ovvio che il cachet da 2 milioni e 240mila euro annui sarebbe stato alleggerito, ora – come riportato da Il Fatto Quotidiano– non è più così. Le trattative sono ancora in corso, ma l’unica voce di spesa destinata a essere sfoltita, per “mamma” Rai, sarebbe quella destinata a costi industriali e autoriali. L’Officina Srl, la casa di produzione del programma, di cui Fazio è co-proprietario al 50 per cento, incasserà meno degli attuali 10 milioni, perché il numero di puntate in palinsesto è inferiore.

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Bruno Vespa – Anche il conduttore di Porta a Porta non sembra incline ad accettare contrazioni di stipendio. “Mi sono scocciato che si parta sempre da me. Stavolta inizino dagli altri”, avrebbe detto il giornalista originario de L’Aquila. Trattative rimandate a settembre: il contratto attuale, da 1 milione e 280mila euro a stagione, non è ancora scaduto.

Clerici, Venier e gli altri – Viene da chiedersi come reagiranno gli altri volti celebri delle reti pubbliche, sapendo che i pesci più grossi di loro non hanno ceduto di un centesimo. Si tratta di nomi come Mara Venier, che per andare in onda con Domenica In riceve 600mila euro ogni anno. Non è da meno Antonella Clerici che, anche se a La prova del cuoco è stata rimpiazzata da Elisa Isoardi, ha un contratto fino al 2020 di 1 milione e 250 mila euro annui. Discorso simile per Amadeus, che fino a fine 2019 percepirà da 850mila euro, e Enrico Lucci, che incassa mezzo milione a stagione.

Gialloverdi all’attacco – Salini, che di stipendio riceve 240mila euro annui, si dice intenzionato a non demordere: la spending review della tv pubblica rientra nei suoi obiettivi primari. La Lega plaude allo sforzo: “Basta coi mega stipendi e le produzioni esterne ai soliti amici degli amici!”, ripeteva Salvini il 19 giugno. Un argomento che rientra tra gli storici cavalli di battaglia del Movimento 5 stelle, peraltro. Forse su una cosa tutto il Governo gialloverde si trova d’accordo.

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